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Come si diventa Preparatore di Natural Bodybuilding?

COME SI DIVENTA PREPARATORE DI NATURAL BODY BUILDING?

COSA E’ NECESSARIO STUDIARE E SPERIMENTARE? COME SI PUO’ ENTRARE NEL “GIRO”?  QUALI SONO LE BASI DA SAPERE E COME SVILUPPARE QUESTE COMPETENZE?  

 

Nel novembre 2018, ho affrontato la mia prima esperienza come Preparatore di Natural Body Building agonistico, accompagnando un atleta al Mondiale Wnbf di Los Angeles.

Ma da dove sono partita per arrivare fin li? Cosa è stato necessario studiare e sperimentare?

I miei studi sono iniziati nel 2010, mossa dalla passione che avevo per la sala pesi e per il fitness in generale, alla Facoltà di Scienze Motorie di Urbino.

Nel frattempo il tirocinio che avevo scelto, mi stava già portando nel mondo del lavoro, e così nel 2013 ho fatto  il corso FIPE da personal trainer, in modo da avere più competenze specifiche nella pesistica e un diploma, riconosciuto dal CONI, che mi permettesse di esercitare tranquillamente. 

Mi sono resa conto che l’università da sola non bastava, perché ti da una visione generale d’insieme, che a livello pratico ti frena un po’.

Intanto in sala pesi vedevo molto spesso soggetti con problematiche posturali, in balia di esercizi, che mi sembravano più “torture” che altro e così mi sono in seguito diplomata istruttrice di ginnastica posturale, affinando ancora di più il mio sapere e la qualità del mio lavoro.

Ho sempre studiato per capire e mai a memoria.

Nel 2015, conosco Riccardo Grandi, a un seminario sulla mente e capisco di aver finalmente incontrato un preparatore che la pensa come me, ovvero che ogni percorso vada personalizzato in base al cliente e non viceversa.

Mi iscrivo al primo  corso di Personal Food Coach e comprendo che il mio intuito mi aveva portato sulla via giusta.

Nel frattempo prendo attestati da istruttore di kettlebell, trx, rieducazione motoria specifica per l’anziano, e proseguo i miei corsi di psicomotricità per bambini.

Non perdo di vista il body building e inizio a studiare le categorie, faccio corsi di posing per me stessa, vado a vedere le selezioni e le gare da semplice spettatrice, fino ad entrare nello staff.

Fossilizzarsi solo sui libri non serve, se vicino non si fa pratica e non si “ruba con gli occhi” da chi ha più esperienza di te.

Il backstage si può quasi definire un tirocinio pratico del preparatore.

Nel  2018, la vera svolta arriva, come studente della Scuola Preparatori Sustainable Body Building.

Già prima della scuola avevo iniziato a seguire l’ atleta per il Mondiale, affidandomi alle mie conoscenze, agli esercizi pratici provati  su me stessa, alla mia esperienza di atleta di powerlifting, ai vari seminari di formazione già fatti con sbb.

Alla promozione della scuola segue poi l’ingresso come top coach nel team stesso. 

Entrare nel “giro”, non è stata certo una cosa facile e immediata, è stato il frutto di anni di  studio, perseveranza e umiltà, di apprendimento di nuove visioni e nuovi concetti, di lavoro vicino a chi ne sapeva più di me.

Così come una casa non si è mai vista costruire dal tetto, ma dalle fondamenta, lo stesso concetto vale per la formazione in questo lavoro.

Il Natural Body Building, viene spesso messo in ombra dalla visione errata che si ha di esso.

In realtà, i minuti in cui un’atleta sta sul palco, sono la piccolissima parte di tutto quello che viene fatto, nel corso della programmazione annuale.

Pertanto, l’atleta di Body Building, va considerato al pari di un pesista, non dimenticando il fattore mentale.

Troppo spesso si vedono in giro persone, che avendo fatto una gara, si sentono in diritto di diventare automaticamente preparatori, senza nessun titolo e solo perché “ su di me ha funzionato”.

Ogni persona è diversa dall’altra e ciò che porta a dei risultati uno, non è detto che ci porti un altro.

Fare il preparatore va oltre l’equilibrio tra allenamento e alimentazione.

È necessario a differenza del semplice trainer da sala, ascoltare il cliente, chiarire gli obiettivi, portare l’attenzione sull’obiettivo stesso, seguirlo, insegnare al cliente come disciplinarsi, come trovare la motivazione in se stesso, sostenerlo, aiutarlo a superare la sua zona di comfort per avere un costante miglioramento, cambiare il suo punto di vista di fronte alle difficoltà e insegnarli ad essere vincente.

Essere inoltre bravi a non “ prendere sul personale” le sue difficoltà, perché voi dovete essere il punto fermo che lo porta in gara, non colui che gli risolve ogni problema.

Vincente ha un significato molto più  profondo della vincita stessa, e l’atleta va educato anche ad accettare qualsiasi verdetto della giuria.

Ricapitolando quali sono le basi da sapere e come sviluppare le competenze?

Io vi ho riportato la mia esperienza personale, per farvi comprendere, come un passo alla volta, porti a traguardi di formazione che  creano professionisti, capaci di avere visioni ampie e globali, di trattare il cliente nel rispetto della salute e dei tempi, educandolo e rendendolo consapevole e entusiasta del percorso intrapreso con voi.

E’ necessario avere alla base un buon corso da Personal Trainer, che sia riconosciuto  dall’ente CONI, e che sia serio nei contenuti.

Ad esso va poi affiancata una buona comunicazione e uno studio dell’educazione alimentare e infine la scuola specifica per preparatore di body building.

Bisogna essere predisposti a spostamenti e a “sacrificare” ogni tanto la propria vita, come del resto avviene in qualsiasi sport.

Non bisogna demonizzare le esperienze di lavoro dalle quali si è venuti,  che tu sei o sia stato un istruttore di pilates, o di motoria per i bambini o quanto altro, non fermarti solo ed esclusivamente al bilanciere, ai miti che sono duri a morire, perché queste esperienze potrebbero tornarti utili.

Perché quando meno te lo aspetti anche un semplice esercizio di posturale inserito in un contesto giusto, può migliorare la simmetria del tuo atleta e il suo posing sul palco.

E anche l’errore più banale può farti scorgere la soluzione alla quale non avresti mai pensato.

È importante sperimentare, a livello pratico su se stessi, quello che si propone, perché l’allenamento per essere trasmesso va soprattutto “sentito”.

Vicino alla giusta formazione, ci sono  il “ fare”, l’esperienza e una mente aperta, sempre pronta a vedere le cose da più prospettive.

Concludo dicendo che, come in una catena di montaggio che funziona,  FORMAZIONE – COMUNICAZIONE e REAZIONE portano all’AZIONE , che non è altro che il RISULTATO di una serie di risultati.

VI AUGURO DI AVERNE TANTI PER VOI E PER I VOSTRI CLIENTI!

Caterina Dini

Top Coach SBB

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