Sono a casa al PC praticamente tutto il giorno, si alternano consulenze via skipe, riunioni con il mio staff per comprendere il presente e programmare il futuro ed allenamenti all’aperto in giardino dove fortunatamente riesco a fare qualcosa in quanto mi sono portato a casa qualcosa dalla palestra prima della quarantena.
Ma come si percepisce questo momento storico che si studierà nelle scuole tra 20-30 anni nel mondo professionale di un prodotto NON essenziale come il nostro?
Vi rispondo con un disegno di mia figlia che è stata incaricata dai suoi professori di 3^ media di rappresentare il momento che stiamo vivendo ispirandosi ai dipinti dei pittori impressionisti, con un disegno fatto a tempera…

Il disegno rappresenta un palloncino verde speranza che rimane incastrato in rami secchi e neri con sfondo di un cielo grigio.
Credo che questo disegno frutto di una tredicenne sia l’esempio delle emozioni che si vivono in questi giorni di paura dell’ignoto e della morte (il tronco con i rami secchi neri), noia, incertezza e senso di prigionia (il cielo grigio con le nuvole bianco viola) ed angoscia per il futuro (il palloncino che rappresenta la speranza che vorrebbe volare alto ma che rimane incastrato).
Le 6 fasi di passaggio
La massa ha reagito a questo momento in 6 fasi super veloci:
- Incredulità: la fase del “tanto è solo un’influenza”.
- Rabbia: la fase del “se fanno chiudere noi devono chiudere tutti”
- Rassegnazione: la fase del “stiamo a casa”
- Paura 1: la fase del “e se mi ammalo anch’io?”
- Reazione: la fase del “faccio allenamenti a tutti”
- Paura 2: la fase del “e come faccio a sopravvivere se non guadagno?”
- Panico: la fase del “non spendo più una lira”
Personalmente ho vissuto le prime 4 in maniera nitida (la 4 un po’ meno), ma leggermente anticipate rispetto alla massa, come se mi “sentissi” che il problema era molto più grande di quello che la gente diceva, ogni provvedimento preso dal governo lo avevo previsto con almeno 3-5 giorni di anticipo, persino la quarantena di massa, tant’è vero che abbiamo fatto tutti gli ultimi lavori di video e preparazione allo smart working poche ore prima dello pseudo coprifuoco.
Le altre 3 fasi invece non mi toccano perché penso al futuro ma in maniera totalmente diversa.
Nei giorni scorsi ho messo sul gruppo SBB un post che parlava di quello che tutti i PT si son messi a fare senza pensare che così facendo stanno danneggiando una categoria.
I video tutorial di allenamenti fatti a casa con le cose più disparate.
Vi espongo qui un riassunto del post:
E dopo cosa succederà?
In questi giorni di enorme crisi comune, che dal 11 marzo si è anche inasprita di parecchio, vedo un fiume di contributi di enorme valore, praticamente tutti i PT si sono messi a fare:
- video,
- schede,
- info grafiche,
- dirette,
ma il fatto è che sono TUTTI FANTASTICI E DI GRANDISSIMO VALORE !!!
Ma questi contenuti di qualità a cosa hanno portato?
Iniziamo a vedere una cosa…
Ma cosa c’è di male nel dare a tutti questi contenuti di valore? nulla di per sè, se non che quando la qualità elevata è distribuita in massa, la “qualità” perde di qualità perchè satura la comunicazione e nessuno poi la guarda più.
Ma questo a che cosa porta precisamente?
- Che poi si fa la rincorsa a chi regala di più innescando così 2 dinamiche:
- cerco di fare meglio e di più degli altri
- mi sento in colpa se non lo faccio
Qualcuno usa questi regali per fare lead generation (prendere nuovi contatti) pensando al futuro, e fin qui niente di male, se non che se regali qualcosa che sino alla settimana prima vendevi anche solo a 50,00 € e che qualcuno ti ha comunque pagato, tu acquisisci potenziali clienti ma ti perdi sicuramente un sacco di clienti già tuoi!!!
Ma la maggior parte dei PT fa dei contenuti pensando solo a se e al proprio ego vedendo il momento non come un’opportunità di crescita ma come opportunità di inutile visibilità senza pensare che delle conseguenze ci saranno sivìcuramente.
Quindi quello che si viene a prospettare per il futuro (se non affrontiamo il periodo con sufficiente occhio lungo) è:
- saturazione
- svalutazione del prodotto di qualità
- conseguente svendita del prodotto
- mancanza di fatturato
- perdita di clienti affezionati
- mancata acquisizione di futuri clienti per il mercato di qualità che è diventato alla portata di tutti.
- mancanza di flussi di cassa
- mancanza di sostegno economico per studiare nuovi prodotti innovativi.
l’errore più grande che si possa fare adesso è IMITARE I GRANDISSIMI BRAND COME AMAZON, TIM, LA REPUBBLICA, PORNHUB (si, ci sono nanche loro che regalano) E PENSARE DI UTILIZZARE IL REGALO COME STRATEGIA PER OTTENERE QUALCOSA O COME UN OPERA DI BENE CHE NON AVRà DEGLI STRASCICHI PAZZESCHI SUCCESSIVAMENTE.

Ma io lo faccio per aiutare gli altri
Il problema di questa rincorsa al FACCIO UN SERVIZIO PUBBLICO è quanto di più sbagliato si possa fare perchè svaluta e ridicolizza la categoria.
Il “ma io lo faccio per aiutare gli altri” non sta in piedi, perché facendo roba aperta a tutti non si aiutano gli altri ma si fa propaganda a se stessi e basta (che tu ne sia consapevole o non lo sia è così), e quando la propaganda diventa di massa (che la fanno tutti) come ho già detto SATURA IL WEB E FA SPEGNERE TUTTO ALL’UTENTE FINALE, se si vuole aiutare VERAMENTE gli altri si fanno aree riservate per i propri clienti paganti e si fanno servizi A PAGAMENTO per persone VERAMENTE MOTIVATE con pagamento della quota al servizio di raccolte fondi per l’acquisto di materiale medico… ecco, così SI è D’AIUTO AGLI ALTRI, non con i tutorial.
Quello che ho visto sinora (a parte qualche rarissimo caso) è solo uno squallido tentativo di farsi pubblicità in un momento decisamente poco consono.
Si sono mossi meglio alcuni colleghi che avendo le attività improntate sull’attività di gruppo hanno mantenuto praticamente il loro palinsesto semplicemente con incontri di gruppi FaceBook riservati e costruiti ad Hoc ed in velocità, ma i problemi professionali in questi momenti sono 4
- mantenere i propri clienti
- limitare le uscite di cassa
- far muovere almeno un po’ le entrate
- pensare a nuovi prodotti futuri
Il qui ed ora pensando al futuro
Ecco quelli che sono miei 6 consigli per affrontare il qui ed ora
Prima di parlare del POI si deve iniziare ad affrontare il ORA pensando al POI, se perdi di vista il POI fai un errore enorme.
Se si entra in quest’ottica si riesce ad avere un quadro verosimile, non esatto perchè non ci sono precedenti in questa situazione ma verosimile.
Ogni volta che si pensa al POI è necessario pensare a quale azione o inazione io posso mettere in pratica nel ORA, e ogni volta che penso al ORA devo fare una proiezione delle conseguenze sul POI.
I 6 consigli che mi sento di mettere in pratica ORA pensando al POI sono:
- se hai situazioni di incasso aperte vedi di chiuderle alla svelta, ma con una modalità “fermamente elastica”: NON ESSERE UN “RECUPERO CREDITI”, RICORDATI CHE SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA, ma contratta alcuni piani di rientro con date precise e falle rispettare.
- se hai delle spese previste a breve cerca di contrattare a tua volta un piano di rientro dilazionato e cerca di rispettarlo. Puoi farlo con fornitori, banche, dipendenti (se ne hai) e collaboratori. Il discorso è cercare di mantenere fluido il più possibile il flusso di cassa tra spese e entrate, in un momento dove le entrate sono quasi a zero.
- individuare i costi inutili attualmente e cercare di diminuirli o azzerarli, se lo fai con fornitori o dipendenti o collaboratori RICORDATI CHE SONO ESSERI UMANI SENSIBILI, quindi usa una comunicazione gentile e propositiva, ma non da crocerossino.
- Non pensare al prodotto che offri ma a quello che al momento il cliente richiede NEL RISPETTO DELLE REGOLE E DELL’OPINIONE PUBBLICA… se offri PT a casa e la gente ha paura a farti entrare in casa, anche se nella tua zona di legge lo puoi fare, ne ricaverai solo un danno d’immagine.
- Se hai personale o collaboratori è IMPORTANTISSIMO mantenere i contatti sia lavorativi che umani con loro… è importantissimo coinvolgerli in un progetto, farli sentire parte di un qualcosa di grande, tenerli uniti, scherzare e ascoltare le loro paure. Loro sono il tuo motore, ma hanno bisogno del tuo “motorino d’avviamento”… si fidano di te, e la tua leadership deve essere una risorsa per la loro.
- Riguardo al punto 5, usa questo punto per parlare con loro e condividere idee… fare formazione, brainstorming, pareri. Sfrutta questi momenti per rafforzare l’identità e la cultura della tua azienda. Le difficoltà offuscano lucidità e pensiero razionale tuttavia offrono sempre opportunità di crescita e miglioramento… fidati di loro !!!
é il momento di agire ORA pensando al POI…

E poi? Cosa faccio?
C’è un settimo punto da sviluppare, ed è quello che va da oggi sino al giorno in cui riapriranno le palestre ed i centri fitness.
Quindi la domanda è: cosa faccio?
Inizio a dirti cosa NON fare
Le 5 cose da non fare
- Non danneggiare la tua immagine proponendo inutili pacchetti che potrebbero danneggiare la tua immagine facendoti incassare un pugno di euro che non ti cambiano la vite facendotene perdere molti di più alla riapertura.
- Non svendere il tuo prodotto con promozioni assurde a basso costo per fare cassetto adesso, perché poi pagherai cara questa mossa quando ripartirai e ti ritroverai intasato di lavoro e non potrai prendere persone nuove sino a che non avrai smaltito questi pacchetti.
- Sui social non fare il contestatore, complottista, santone, portatore della verità, ministro improvvisato, esperto di protezione civile, primario di virologia… la gente si ricorderà delle cagate che dici quando riaprirai.
- Sempre sui social evita di muovere sentimenti come la rabbia, l’intolleranza, la paura, la rigidità, la volgarità, la gente che non sopporta questi atteggiamenti si allontana, ricorda che devi essere un esempio e i social per te sono lavoro e non zona di sfogo delle tue frustrazioni.
- Se hai una palestra NON PROMETTERE RIMBORSI DI ABBONAMENTI PER NESSUNA RAGIONE in quanto quando riaprirai ti ritroverai con 4-6 settimane (se non di più) di mancato incasso, e se posticipi gli abbonamenti le settimane diventeranno 8-12. 12 settimane sono 3 mesi senza incasso !!!
Ok, ma allora cosa devo fare?
Le 5 cosa da fare
- Se non devi danneggiare la tua immagine con pacchetti stupidi, rinforzala facendo del SOCIALE. Significa che puoi adoperarti per dare veramente una mano con aiuto con cose CHE NON VENDI oppure proporre qualcosa che sia al servizio di una donazione…
- Se non devi svendere il tuo prodotto svendendoti non devi neanche vendere a prezzi rialzati, cerca di seguire i 6 consigli che ti ho dato ed abbi la forza di aspettare senza panico.
- Sui social assicurati che le notizie siano veritiere e non le solite bufale e solo allora diventa un canale di verità. Ci sono quelli che fanno girare vocali fantomatici o finti screenshot che non fanno altro che alzare i livelli di ansia e peggiorare la situazione.
- Sempre sui social cerca di diventare un promotore di BUON SENSO e positività, non devi essere l’immagine di un PEACE AND LOVE a tutti i costi, ma puoi usare la tua piccola o grande leadership per far stare unite le persone in un momento di forte allontanamento concreto.
- In questo periodo SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA e questa cosa è importantissima che i clienti del tuo centro fitness la capiscano. Fagli capire che il sacrificio deve essere di tutti e non solo il tuo, loro rinunciano alla loro quota mensile persa per permetterti di riuscire a riprendere il tuo lavoro e di pagare tutto quello che ti hanno consentito di rinviare, se loro non capiscono che esigendo una cosa minima per te è un danno da ROVINA FAMIGLIE c’è un grosso problema comunicativo con i tuoi clienti.
Ma come cambierà il mercato?
Vi riposto le parole del premier Conte di lunedì:
“Il mondo delle imprese è chiamato a una sfida molto dura. Molti hanno chiuso e chi è aperto deve garantire ai lavoratori un adeguato livello di protezione. Questo decreto non sarà sufficiente. I danni saranno seri e diffusi, occorrerà varare un vero e proprio piano di ”ricostruzione”. La Guardia di finanza interverrà duramente contro i comportamenti speculativi di chi impone prezzi fuori mercato, o lucra condizioni di vantaggio nelle produzioni dei beni di prima necessità. Dopo il coronavirus nulla sarà più come prima. Dovremo sederci e riformulare le regole del commercio e del libero mercato”.
Quindi alla luce di una dichiarazione del genere cosa possiamo fare?
Comprendere che nulla sarà più come prima e quindi dobbiamo metterci in testa che si dovranno cercare nuove strade per emergere.
Se pensi di superare una cosa che sta cambiando il mondo solo aspettando hai dei seri problemi…
Io ti offro un aiuto disinteressato (la mia parte sociale) e che NON vendo in nessuna maniera… collegati a questo link https://www.sustainablebb.com/analisi-del-business/ ed esegui i 2 test in essa contenuti… ci sarà anche la diretta di uno dei miei fidatissimi collaboratori, Simone Poggi.

Questo non è il momento di aspettare… ma di darsi da fare… tutti… tutti insieme !!!
E chi non lo farà…. CIAONE!!!
Con tanto affetto… Riccardo