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Cosimo de Angelis, la storia del Campione mondiale Man Physique

Cosimo De Angelis Bodybuilder

Quando si pensa ad un CAMPIONE DEL MONDO di natural Bodybuilding

(in questo caso Man Physique)

… si pensa subito ad una persona che vive per quel sogno da realizzare, che pensa, mangia e si comporta in funzione di quello.

Quando si pensa ad un CAMPIONE DEL MONDO si crede che il lavoro sia H24 7/7 e che ogni azione debba essere fatta in funzione della gara.

In questo articolo non voglio parlarvi di allenamenti, macro e strategie alimentari, per tutto questo c’è un intero libro dedicato scritto proprio da me che parla di Cosimo e Alessandro, “Campioni si diventa”.

Voglio descrivere come si forma un campione e quali sono i punti salienti necessari per emergere.

Riprendiamo.

Quello che ho descritto all’inizio è solo parzialmente vero, in quanto per essere campioni del mondo NATURAL bisogna innanzitutto tenere bassi i livelli di stress, e l’ossessione della vittoria potrebbe creare veramente un sacco di problemi che ho già trattato in articoli tipo questi:

Schemi mentali che trasformano un perdente in un campione

La mente mente monumentalmente

Autosabotaggi schemi e organizzazione mentale

Un altro aspetto che non bisogna trascurare è proprio il fatto che un atleta rischia di entrare nel tunnel del DEVO TENERE BASSI I LIVELLI DI STRESS.

Nel suo “devo” non si accorge che l’ossessione non diventa la gara ma il tenere bassi i livelli di stress funzionali alla gara, e nel cercare di farlo si stressa.

Ecco.

Un campione del mondo arriva a fare tutto ciò con estrema naturalezza, ovvero, non ha bisogno alcuno di dannarsi l’anima per raggiungere il suo sogno, semplicemente ci crede.ì

Ma non è nato tutto così ovviamente. 

Ti racconto.

Il 4 novembre 2015 comincio a seguire un ragazzo pugliese che vuole sfidare la distanza (circa 1200 km) per farsi seguire da quello che allora era il suo docente al corso di 2° livello NBFI, il sottoscritto.

Ovviamente davanti a me non si presentò un ragazzo con un potenziale già espresso, ma uno che si allenava da qualche anno e che aveva dei discreti pettorali, qualche problemino posturale e zero braccia e gambe.

Insomma, uno dei tanti.

Ma subito spiccò per la sua “bellezza”, ovviamente non ero io a dirlo, ma il sesso femminile all’unanimità.

Dapprima non intenzionato alle gare, ma solo un “forse un domani”.

Cominciammo e notai subito 2 cose di lui.

La prima fu sicuramente la sua curiosità a tutto quello che proponevo, l’attenzione ai minimi particolari e la continua richiesta del perché di una cosa anziché dell’altra.

Ricordo ancora che mi chiese alcune informazioni su integrazione e abbinamenti alimentari e io lo spiazzai con un “è ininfluente”.

La seconda invece fu un po’ meno gradita, e fu quella della sua disattenzione alle importanti macro aree del nostro lavoro, tipo i continui sgarri alimentari.

Sapete quando da coach vi dite una roba tipo:

“questo in gara chissà quando ci va???”

Ecco, lo pensai.

Il lavoro continua, ma la distanza notevole che rendeva difficile avere dati di fatto e la sua non continuità alimentare, rende tutto molto difficile.

Poi, ad un check fatto da me in SBB house a Pontevico BS (1200 km di distanza) feci a lui (un po’ incoscientemente) la domanda fatidica del nostro sport:

“vuoi gareggiare?”

Dapprima disorientato mi chiese allibito

“chi io? Ma dove vado cosi?”

Decidemmo di fare categoria Man Physique per 3 motivi:

1Rapporto vita-spalle molto favorevole.

2Spalle parallele al pavimento e non spioventi.

3Immaturità muscolare delle gambe.

Se vuoi capire cosa contraddistingue un Man Physique da un Body builder puoi leggere questo articolo

Body Building VS Man Physique: le differenze

Il patto fu quello di smettere di fare sgarri e di iniziare il lavoro in maniera approfondita, ovvero portare attenzione a tutte quelle cose che ad un NON agonista non servono a nulla.

Iniziammo il percorso ma la sua “libertinaggine” alimentare non lo portava molto lontano, al punto che ai primi di giugno 2016 (con gara a settembre) per telefono gli dissi:

“Cosimo, qui c’è gente che per gareggiare è a dieta stretta già da 3 mesi, cosa vogliamo fare? Perdere tempo?”

Da quella telefonata non so che cosa scattò in lui, ma si trasformò in una autentica macchina da guerra. 

Ma il tempo era tiranno e lui era tremendamente in ritardo, ed allora la sua preparazione fu tutto meno che altamente sostenibile, ovvero dovemmo tagliare parecchio per arrivare in forma.

Andammo avanti a da qui in avanti la storia parla di macro e allenamenti (libro dedicato).

Al debutto vinse la selezione NBFI di Cervia nella categoria Man Physique Medium.

A Figline Valdarno arrivò secondo al campionato Italiano NBFI nei Man Physique Medium

Finita la gara, arrivato ad un soffio dal titolo.

Cosimo è un altro. Vuole vincere ed ora vede tutto in funzione della gara dell’anno successivo.

Ingrana una marcia differente negli allenamenti, nella alimentazione, nella disciplina, ma la cosa che mi lascia veramente stupito è la sua totale assenza di ossessività riguardo alla cosa.

Si permette uscite a cena ma stavolta sono molto oculate e mirate, e soprattutto noto che il tutto è portato avanti con tranquillità, e non con quel negativo DEVO.

A marzo del 2017 deve partire per una missione in Islanda (lui è un sergente dell’aereonautica) e tutti i piani saltano.

Niente macro, niente cibi di qualità, niente fatsecret ma solo una alimentazione ad occhio basata sul peso corporeo ed un mio monitoraggio a distanza fatto di MANGIA DI Più o MANGIA DI MENO.

Tutto questo è assurdo se si pensa ad un campione, ma non tanto se si pensa alla sua capacità d’improvvisazione ed al suo modo di vivere aperto e rilassato.

Insomma… alla fine il suo iniziale limite ci torna utile.

Rientra dopo 1 mese e parte il cutting per NBFI 2017 (tutto precisamente spiegato sul libro).

Il risultato è pazzesco!

•Campione Italiano categoria Man Physique medium

•Campione Italiano assoluto Man Physique

•Campione del Mondo WNBF Man Physique

Quello che voglio comunicarti in questo articolo è semplicissimo.

 

Non è l’ossessione del successo il motore della vittoria.

 

L’ossessione della vittoria è spinta da un qualcosa che sta fuori di sé, ed arriva dal voler dimostrare qualcosa a qualcuno.

Il motore della vittoria è qualcosa di più profondo, è più legato alla visione di se stessi, ovvero alla capacità di riuscire a vedersi nel futuro.

L’ossessione è spinta dalla voglia di rivalsa nei confronti di un torto subito ed è guidato quasi sempre dall’odio, la visione invece è la capacità di credere in se stessi, ed è guidato SEMPRE dall’amore e dall’autostima.

I campioni che ho avuto la fortuna di conoscere nella mia vita (ogni tipo di campione, non solo body building) sono tutti come Cosimo.

All’inizio lui non era limitato, era semplicemente smarrito e non credeva di esserne in grado, poi è scattata questa parte di sé come se all’interno avesse avuto un interruttore girato su OFF ed in un millisecondo è stato girato su ON.

Ora l’obiettivo di Cosimo è un altro, quello di confermarsi (molto più difficile che vincere) e di realizzarsi professionalmente.

Nel fare tutto questo, proprio in questo momento, si ritrova in missione ad un migliaio di Km da casa.

Ed eccoci un’altra volta con quel cavolo di “MANGIA DI Più-MANGIA DI MENO”.

 

Ma oramai lo sappiamo: CAMPIONI SI DIVENTA nonostante tutto… anzi, è proprio l’instabilità che getta le basi per apprendere un maggior equilibrio.

Ciò che non uccide ti fortifica… così dicono.

 

CAMPIONI SI DIVENTA è un libro di Riccardo Grandi che parla della preparazione mondiale di Cosimo De Angelis e Alessandro Manfredi.

 

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