Buongiorno SBBer,
oggi parliamo di qualcosa di davvero interessante: il rapporto tra scienza e bodybuilding; in particolare di ricerca scientifica e natural bodybuilding.
Magari la domanda che ti stai facendo è: “In ambito sportivo, cos’avranno ancora da insegnarci le ricerche scientifiche? Hanno una qualche utilità nella pratica?
La risposta è meno ovvia di quello che sembra.
Com’è noto, la ricerca scientifica ha come obiettivo principale la scoperta o la conferma di un paradigma già esistente.
Quante volte si leggono notizie tipo “Un recente studio dell’Università di Nowhere ha dimostrato (l’ennesima ovvietà, ad esempio) che se mangi tutti giorni salame fritto nel lardo le probabilità di appesantire il fegato aumentano esponenzialmente.” Ma dai!
Nozioni ovvie non esistono. O meglio, ci sembrano ovvie oggi solo perché sono state già ampiamente dimostrate e verificate con il metodo scientifico da tempo e noi le abbiamo assimilate e date ormai come basilari. Es.: la terra non è piatta, lavarsi i denti è cosa buona e giusta, sollevare pesi fa crescere i muscoli…
Ma torniamo al nostro ambito.
Quanto sono utili le ricerche scientifiche per il bodybuilding?
Fino a che punto bisogna dar ascolto alle ricerche scientifiche e soprattutto, quali sono le evidenze scientifiche valide? La scienza è in continuo divenire ( per fortuna) e ciò che ieri era sconosciuto, oggi potrebbe essere scoperto e domani ribaltato da nuove evidenze.
Adesso ti starai chiedendo: “Le ricerche sono tutte uguali? Esiste una gerarchia nella conoscenza?”
La risposta più semplice che ti posso dare è NO, non sono tutte uguali e Sì esiste una gerarchia nella conoscenza.
Ti mostrerò qui sotto la piramide delle evidenze scientifiche.

Come puoi facilmente capire ciò che si trova alla base della piramide ha una bassissima attendibilità perché non basata su un metodo scientifico, mentre in alto troviamo evidenze di qualità elevatissima.
Possiamo inoltre notare che la tua esperienza personale vale NULLA, come la mia.
Questo perché la tua e la mia esperienza è appunto MIA e TUA e non valida in modo universale; siamo esseri umani influenzabili che cadono facilmente in BIAS cognitivi. E i bias cognitivi, si sa, possono farci scambiare una pessima idea, per un’ottima idea.
Appena sopra nella piramide notiamo che ci sono le opinioni degli esperti. Ma chi sono questi esperti? Sono esseri umani che hanno studiato o hanno fatto davvero tanta esperienza da riuscire a distinguersi, rispetto all’uomo comune, per conoscenza della materia.
La vera domanda è: chi è l’esperto nel bodybuilding?
Ti do la mia personale risposta. Nel mondo del natural bodybuilding l’esperto è quella persona che porta risultati empirici misurabili ed apprezzabili. In modo più semplice: è esperto di natural bodybuilding chi sa portare atleti alle gare e farli vincere. Ho detto atleti e non atleta perché se un preparatore è in grado di trovare le formule giuste, adattarle al caso specifico e farle funzionare su più atleti, allora forse hanno qualcosa di interessante da dire.
Salendo nella piramide di cui sopra, abbiamo la ricerca qualitativa ossia una ricerca quasi-sperimentale con metodi correlazionali e ricerca quantitativa con controllo. Queste sono ricerche vere e proprie che sono pubblicate su riviste scientifiche.
Gli articoli scientifici non sono validi solo perché vengono pubblicati. Certo, si suppone che essi siano pubblicati all’esito di uno studio sensato, ma UN SOLO articolo scientifico non fa primavera. Con questo voglio dire che la tesi sostenuta in un articolo scientifico può assumere valore quando viene sostenuta da più studi, autori e pubblicazioni.
Proprio per questo motivo esistono le review o revisioni sistematiche, ossia valutazioni critiche delle ricerche recenti su un particolare argomento. Di solito le review sono fatte da autori considerati esperti in quel particolare argomento e racchiudono una grande quantità di studi. Quindi se stai cercando qualcosa su un determinato argomento non ti consiglio di cercare un articolo ma di cercare una review, proprio per la maggior attendibilità.
Infine abbiamo la meta-analisi :una tecnica clinico-statistica che consente di analizzare diversi studi svolti sullo stesso argomento. Questo permette una sintesi quantitativa dei risultati. Cosa vuol dire? I dati emersi dall’esito dei diversi studi vengono presi e studiati l’uno in correlazione all’altro per ottenere una visione quanto più completa e valida possibile.
Che utilità hanno le ricerche scientifiche nella pratica del bodybuilding?
Gli studi possono essere applicati nella pratica di tutti i giorni perché rappresentano le linee guida generali per poter effettivamente allenare (e allenarsi) con una logica evidence-based. Se questo è certamente vero per un neofita, vale lo stesso discorso anche per un avanzato o un campione?
In questo caso credo che la ricerca abbia delle limitazioni, infatti la maggior parte degli studi è condotta su soggetti non allenati. Non possiamo paragonare un soggetto non allenato con un altro che si allena da 20 anni. Perché la loro esperienza motoria nell’allenamento è totalmente diversa.
Se invece gli studi sono condotti su bodybuilder il numero di soggetti reclutati per effettuare l’esperimento di solito è molto esiguo.
L’obiettivo di una qualsiasi ricerca scientifica è quello di prendere un campione della popolazione, sottoporli a dei test iniziali per una variabile (ad esempio la massa muscolare), farli allenare (o comunque tutto quello che prevede il disegno della ricerca), ritestarli alla fine del periodo e infine elaborare statisticamente questi dati per capire se c’è un nesso tra (in questo esempio molto banale) l’allenamento e la massa muscolare. Se sei una persona che fa ricerca di professione, perdonami non sto banalizzando il tuo lavoro, cerco solo di spiegarlo con semplicità.
Quindi l’obiettivo di selezionare un campione è, una volta trovato il collegamento (esempio tra l’allenamento e l’aumento della massa muscolare) estendere il risultato a tutta la popolazione. Quindi se nel nostro campione abbiamo trovato che se fai 3 serie da 8 ripetizioni aumenti di X kg di massa magra è logico pensare che questa cosa sia valida per tutto il genere umano.
Il problema nasce dal fatto che le analisi statistiche usate per trovare questa correlazione risentono negativamente dei bassi numeri del campione. Più è basso il numero del campione più è debole il risultato. Perché, una cosa è dire che si è trovata una correlazione tra allenamento e massa muscolare in un campione di 10 persone e una cosa è dirlo su un campione di 1000 persone.
Inoltre, non sempre la correlazione basta per trovare una causa-effetto certa. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio. Di recente ho partecipato a delle lezioni sul microbiota intestinale e le malattie ad esso correlate. Si è notato in molti studi che esiste una correlazione tra disbiosi intestinale e malattie di svariato genere come ad esempio i disturbi mentali. Quindi sembra logico pensare che visto che molto spesso chi ha un disturbo mentale soffre anche di disbiosi sia la malattia mentale la causa della disbiosi. In realtà molto spesso la correlazione non basta ma ci vogliono degli studi meccanicistici che spieghino il processo fisiologico dietro una correlazione.
Quindi, quando leggiamo una ricerca non cerchiamo verità eterne, ma utili idee e indicazioni.
Se parliamo invece del contrario, ossia di un allenamento totalmente basato sull’esperienza e sulla raccolta di dati (da parte di un trainer) per confutare uno studio o una teoria anche qui, stiamo andando nella direzione sbagliata. Il metodo empirico è sostanzialmente errato. Questo perché magari un trainer ci passa 30 anni di vita a sperimentare solo quel tipo di allenamento e farebbe di tutto per dimostrare che quel metodo funziona.
Ma è comunque una visione soggettiva!
Meglio preparasi seguendo metodi evidence-based o “a istinto”?
La realtà, come sempre, sta nel mezzo. Io paragono l’allenamento all’arte, alla pittura, nello specifico.
Esistono delle regole base che devono essere seguite per riuscire a dipingere la tela; senza quelle non si va da nessuna parte. Devo usare il pennello in un certo modo e, se devo ottenere il colore rosa, non posso mescolare verde e nero. Se voglio dipingere un ritratto realistico devo attenermi alle regole di proporzione e chiaro scuro che sono state validate dai maestri prima di me.
Questo è il ruolo dell’evidence-based per l’allenamento: definire delle indicazioni utili per rendere l’allenamento fruttuoso e non un semplice spostare un peso da un posto A ad un posto B.
Artisti come Picasso o Giotto hanno inventato regole nuove, stili nuovi, certo. Però prima di tutto hanno messo in campo e seguito tutte le evidenze artistiche del loro periodo, solo poi hanno aggiunto del loro, hanno testato e hanno raggiunto risultati rilevanti.
Infatti l’allenamento è una vera e propria arte, ci sono vari stili e nei vari stili ognuno ha il suo.
Ogni scheda, di ogni mio collega ha il suo “tocco” personale che la rende unica nel suo genere.
Quindi per me un bel mix di evidence-based ed esperienza personale (magari tramandata da un esperto vincente) è la giusta via per creare dei campioni.
Per concludere ti consiglio un libro molto bello che si chiama “Metodologia della ricerca per le scienze motorie” di J.R. Thomas se hai voglia di approfondire l’argomento.
Alla prossima e buon lavoro!
Ilario Fogarolo
– Teach Top Coach SBB.