DIFFERENZE DELL’INSEGNAMENTO CHE HO RICEVUTO DAI DUE PERCORSI E PERCHE’ MI E’ STATO UTILE SIANO L’UNO CHE L’ALTRO
A cura di Caterina Dini Top coach
Giorni fa mi sono ritrovata a commentare dei post sull’argomento scienze motorie e corsi di formazione e guarda caso mi ritrovo a parlarne in questo blog post.
La mia passione per la palestra nasce a 14 anni, con delle amiche.
Poco tempo dopo loro si stancano e non ci mettono più piede, mentre io non smetto più.
Potreste domandarvi cosa c’entra questo con l’argomento che sto affrontando in questo articolo.
In realtà c’entra eccome.
Perché tutti noi sappiamo che la passione da sola non basta a realizzarsi a livello lavorativo, ma dietro è necessario fare degli studi.
Così dopo il liceo mi sono iscritta a Scienze Motorie.
Cosa mi ha dato il percorso universitario
Il percorso universitario mi ha dato sin da subito una base solida e generale per tutto ciò che riguarda biologia, anatomia, fisiologia, alimentazione, biochimica e biomeccanica.
Così come per gli sport in generale: ginnastica artistica, pallavolo, pallacanestro, atletica leggera, nuoto, attività motoria specifica per bambini, adulti e terza età etc.
Va da se che materie affrontate in una triennale per tutta la durata di un anno accademico con tanto di esami, dove se non sai sei bocciato eccome, non possono essere paragonate, nel dettaglio, a ciò che si riesce ad affrontare in un solo weekend di formazione.
Dire il contrario sarebbe anche svalutare quello che è una laurea.
Nel frattempo non potendomi permettere di essere mantenuta completamente agli studi, la mattina quando non avevo le lezioni con obbligo di frequenza, facevo la cameriera ai piani in albergo.
Ma mi sentivo di non evolvere.
Un giorno nel 2014 leggo per caso che la FIPE (federazione di pesistica), fa il corso di 1 livello per Personal Trainer a Urbino e decido di partecipare.
Ho pensato che potevo comunque iniziare a fare qualche tirocinio e lavorare in palestra nel frattempo che continuavo l’università.
In modo da inserirmi già in quel mondo e iniziare a farmi conoscere.
In seguito sempre con la FIPE faccio il corso per istruttore di kettlebell e per AINS training.
Ma attenzione!
Non ho mai pensato che un tesserino riconosciuto potesse essere il mio punto di arrivo ma piuttosto ho capito che poteva essere un valore aggiunto e più specifico rispetto al settore in cui avevo scelto di operare: la sala pesi.
Mi sono resa conto che gli studi universitari in merito al settore specifico che avevo scelto e praticavo, erano molto generici seppure molto curati sotto certi aspetti, e che dalla teoria alla pratica c’era un abisso.
Un abisso che andava colmato con una formazione specifica.
Corsi Fitness e formazione specifica
Ma quale formazione scegliere?
Inanzitutto è importante non prendere per buono qualsiasi corso ci si presenta davanti, ma fare una scelta accurata.
Molti vengono fatti passare per validi ma non lo sono.
La formazione è un investimento nel quale non può essere lasciato nulla al caso.
Inanzitutto perché formarsi costa e per chi inizia con i contratti sportivi e l’incertezza dello stipendio a fine mese, non è facile e non si possono buttare via soldi.
Nel 2015 conosco Riccardo Grandi a un corso, da lui tenuto, su come la nostra mente sia collegata a tutte le sfere della nostra vita e nel frattempo ricevo una proposta di lavoro per insegnare psicomotricità ai bambini dai 3 ai 6 anni per una società di pallavolo.
Non era molto ma era un inizio, diciamo il mio “battesimo” alla pratica.
Nel mentre continuo a proseguire con i miei studi universitari.
Le difficoltà non erano poche per i troppi impegni e la stanchezza alla sera si faceva sentire, ma allo stesso tempo sapevo che ero sulla strada giusta.
Poco dopo Riccardo fa il primo corso di Personal Food Coach quando ancora SBB non si chiamava nemmeno SBB.
Eravamo in pochi ma una vocina dentro mi diceva che mi dovevo iscrivere.
Avevo fiducia in ciò che avevo percepito al primo incontro.
E infatti quell’attestato in mano mi ha dato ragione.
Il mio modo di approcciarmi al lavoro e ai clienti inizia a cambiare totalmente e la mia paura di non riuscire a fare della mia passione un lavoro fisso, inizia a diminuire sempre di più.
Mi arriva poi una proposta di lavoro con contratto sportivo in una polisportiva e nel frattempo proseguo con i corsi di sbb specifici per il body building e non solo.
Se dicessi che da li la strada è stata tutta una discesa direi una bugia. …
Diciamo che è stata piuttosto una salita ragionata di sacrifici e risultati che sono arrivati con pazienza e costanza e soprattutto con tanto studio e lavoro pratico.
La discesa è stata piuttosto a livello emotivo quando sono stata certa finalmente di potercela fare.
In seguito ho fatto la scuola preparatori e sono poi diventata top coach del team per la provincia di Pesaro e Urbino.
Non avrei mai creduto nel 2018 di portare un atleta in gara a Los Angeles e di farlo riqualificare sul podio.
Mi sono resa conto di essermi inserita nel mondo del lavoro prima di laurearmi e la cosa bella è che sono riuscita nel tempo a portare avanti la mia formazione, con ciò che guadagnavo.
L’apertura della Partita Iva
Nello stesso 2018 ho deciso così di fare il salto mettendomi in proprio con la partita iva, ho smesso di collaborare con la polisportiva che ringrazio tutt’ora per l’esperienza, e ho attivato le lezioni di personal a domicilio.
Vivo in un paesino di 500 abitanti e la palestra più vicina, la stessa dove tutt’ora collaboro è a 20 km all’incirca e per tutti non facile da raggiungere.
In comuni limitrofi ho attivato corsi di forza e allenamento funzionale specifici per la terza età e corsi di propedeutica alla pesistica per ragazzini e ragazzine.
Ho continuato e continuo a seguire atleti e non, sia nel body building che nel powerlifting, in quest’ultimo dove gareggio io stessa con riconoscimento di interesse nazionale della federazione.
Mi sono chiesta quali erano i limiti e le cose che mi offriva il mio paese e ho lavorato su di essi, per aumentare pian piano la mia autorevolezza ed essere riconosciuta come capace nel mio settore.
In pochi credevano nel mio lavoro da personal trainer ma l’importante era che fossi io la prima a crederci! Il resto sarebbe arrivato con il tempo.
E infatti in attesa del mio progetto più grande, i risultati e la perseveranza di tenere duro mi hanno dato nuovamente ragione.
Oggi posso dire che con il mio lavoro di personal trainer ci vivo.
Ciò che poi non dobbiamo dimenticare è quello di mantenere la nostra personalità come coach, oltre i corsi e i loghi.
Quello che fa la differenza è personalizzare un programma in base a quello riteniamo giusto, senza protocolli preimpostati.
Quello che ho notato in molti corsi di formazione, è che alcuni cercano la programmazione perfetta da usare con tutti i clienti.
Finito il corso si sentono “persi” e accantonano tutto continuando a fare le stesse cose. Ma non è facendo le stesse cose, senza osare, che un corso può essere sfruttato per lavorare.
Purtroppo ma direi anche per fortuna la programmazione perfetta per tutti non esiste ed è necessario mettere tanti tasselli insieme.
E lo si può fare solo usando la propria testa e la propria esperienza. Quella arriva solo se si fa e si accetta qualche volta anche di sbagliare.
Quello che hanno fatto i corsi di formazione con me è stato costruire appunto il “puzzle” della mia professionalità, così da fornire un servizio ogni volta migliore ai clienti.
Molto spesso alla fine di una laurea si lamenta di non riuscire ad inserirsi nel lavoro.
Per quanto riguarda la mia esperienza, faccio sempre l’esempio che non basta fare giurisprudenza per essere un buon avvocato oppure economia per essere un buon commercialista; la differenza la fa la voglia di “metterci del proprio” e impegnarsi ed approfondire.
Una laurea può essere necessaria ma non basta.
Ecco perché spesso si rimane male quando un personal trainer che ha fatto solo corsi passa davanti a un laureato.
Perché questo purtroppo succede molto spesso ed è inutile negarlo.
Insieme alla teoria e alla pratica è necessario avere anche una buona comunicazione.
E per lavorare bene sugli altri è importante farlo prima su se stessi, solo così i risultati potranno parlare per voi e fare aumentare il vostro lavoro.
Soprattutto in un ambiente come il nostro dove la concorrenza è tanta.
Conclusione
In conclusione posso dire che da Scienze Motorie ho imparato le basi generali che mi hanno permesso di seguire progetti a scuola, bambini, campi estivi e rieducazione motoria specifica per la terza età.
Oltre alla conoscenza del corpo umano, della biomeccanica e tutte le basi del movimento.
Mentre dai corsi di formazione ho imparato nello specifico a lavorare in sala pesi, con atleti di body building e powerlifting o semplicemente con persone che volevano soltanto tornare in forma, senza finalità di gare.
I due percorsi si sono incrociati e amalgamati insieme.
E sono stati entrambi essenziali ed hanno fatto di me la coach che sono oggi.
Senza dimenticare che i veri professionisti non si sentono mai arrivati ma che c’è sempre qualcosa in più da imparare e perfezionare.
Che umiltà non significa volare basso ma piuttosto imparare da chi ne sa di più, per volare poi in alto.
E costruire il proprio futuro.
2 risposte
Wooooooooooww che meraviglia sembra quasi il mio percorso…. Simile al 90% e anch’io felice di aver conosciuto la SBB.
Ciao Caterina,
Mi chiamo Paola e ho appena finito di leggere questo articolo e mi è piaciuto molto quello che spieghi…
Purtroppo io non sono affatto una sportiva e In questo periodo di covid come molte persone mi sono lasciata andare.
Appunto per questo, volevo prendere un personal trainer che mi aiutasse ho consultato due tuoi colleghi, entrambi con la laurea in scienze motorie e a altro quello che mi sta più vicino purtroppo non alla laurea, ma semplicemente degli studi riconosciuti da un’accademia di Milano in body building. La mia domanda è dovrei diffidare di quest’ultimo?