QUALI SONO LE SETTE DOMANDE CHE PER ME SONO LE PIU’ IMPORTANTI DA FARE QUANDO INIZIO UNA CONSULENZA E PERCHE’ LE FACCIO.
Per ogni preparatore, prima di iniziare un percorso che sia volto ad una preparazione agonistica o ad una ricomposizione corporea, è di fondamentale importanza effettuare un’anamnesi conoscitiva approfondita del cliente.
Più approfondita sarà l’analisi e più elementi si avranno per comprendere le reali esigenze della persona.
A tal proposito, tra le tante, ritengo ci siano domande molto importanti da porre, senza le quali potremmo perderci degli elementi di rilievo utili ad impostare un programma funzionale ed efficiente.
Se i quesiti in questione sono necessari, è altrettanto vero che essi rappresentano la componente “informativa” che viene implementata e resa completa da quella comunicazione dialogica presente sin dai primi momenti dell’incontro a cui gradualmente seguirà la nascita della relazione tra Coach e cliente, aspetto fondante dell’intero percorso.
Sin da subito va ricordato che l’ambito del mio intervento è volto a promuovere un benessere generale della persona che sia in stato di salute e che non presenti patologie latenti o conclamate, per le quali è necessario l’intervento di uno specialista.
Quindi comprendere che, eventuali problematiche non rientrano nella mia sfera di competenza e il consigliare figure professionali più idonee potrebbe diventare la priorità dell’incontro.
In ogni caso, le domande che A MIO PARERE non dovrebbero mai mancare prima di cominciare una consulenza sono le seguenti:
Hai malattie, assumi farmaci?
Prima di iniziare una qualsiasi consulenza a breve o lungo termine, è bene sapere se sono presenti malattie che ci potrebbero portare subito al di fuori del nostro campo di competenza.
Proporre programmi d’allenamento in presenza di malattie (ad esempio asma, malattie cardiovascolari, problemi ormonali, diabete ecc…), senza una certificazione d’idoneità da parte d’uno specialista è assolutamente sconsigliabile.
Non tutti però saranno propensi a voler raccontare, soprattutto ad un primo incontro e ad un estraneo, argomenti per loro delicati.
Sarà quindi importante arrivare a certe confidenze, facendo domande alternative che potrebbero per lo meno farci drizzare le antenne per un approfondimento successivo.
2. Quali sono i tuoi obiettivi a breve e a lungo termine?
Per mia esperienza, alcune persone iniziano una preparazione, senza essere realmente consapevoli di ciò che vogliono ottenere, o meglio, soprattutto senza essere consapevoli dei tempi e dei passaggi necessari al raggiungimento di tale obiettivo.
Complici i social che spesso pubblicizzano ricomposizioni che gridano al miracolo in tempi ridottissimi, alcuni hanno aspettative che sono a dir poco pretenziose, ma sappiamo che ogni percorso è a sé ed i punti di partenza sono molto differenti tra loro, per una miriade di variabili.
Altri clienti non hanno obiettivi particolari se non voler semplicemente, dopo anni di allenamenti non strutturati, superare quello scoglio che li tiene in stallo da anni.
Il mio compito, sia in un caso che nell’altro, sarà quello di renderli consapevoli, onestamente, di tutti gli step ed i tempi necessari allo scopo.
Illudere per esempio una persona che non ha ancora maturato le capacità motorie e coordinative e quindi capacità d’attivazione tali da poter permettere uno sviluppo muscolare adeguato, di poter gareggiare nel giro di pochi mesi, è il modo più sbagliato di cominciare una collaborazione e la strada più breve per generare frustrazione e disillusione.
Ognuno ha i propri tempi, il proprio vissuto ed il proprio punto di partenza.
Rendere il cliente consapevole di ciò è di fondamentale importanza.
La comprensione di tutto ciò, unito a pazienza e perseveranza regaleranno risultati garantiti al 100%.
3. Che lavoro fai e come si svolge una tua giornata tipo
Sembreranno domande banali, ma le risposte ci permetteranno di capire quanto si muove la persona durante la giornata, quanto sta in piedi, quanto seduta ed a quale grado di stress fisico o mentale sia sottoposta durante la giornata.
Sono sempre stato dell’idea che una preparazione debba essere cucita addosso alla vita di una persona e non il contrario.
Quindi conoscere dati di questa rilevanza, non solo ci permetterà di capire come impostare un programma d’allenamento efficace, ma anche di poter dare qualche suggerimento da mettere in pratica durante la giornata.
Cose semplici che però fanno una grande differenza per il risultato finale.
Ad esempio, ad un mio cliente, che di lavoro faceva il consulente, che stava seduto in ufficio praticamente dieci ore al giorno, e che tornando a casa la sera tardi dopo l’allenamento, non aveva certamente più né la voglia né la forza di fare una passeggiata ed i cui passi totali abbiamo stimato si aggiravano intorno ai 5000 giornalieri, ho dato questo consiglio:
Quando era l’ora della pausa caffè, avrebbe salito tutta la rampa di scale di 8 piani del palazzo in cui lavorava.
Nel tempo siamo arrivati anche a 5 o 6 volte al giorno (di caffè ne beveva parecchi).
Nel giro di una settimana abbiamo visto subito la differenza in termini di peso corporeo e poi dopo un mese di grasso smaltito facendo una plicometria.
4. Ciclo Mestruale
Questa è una delle cosa più importanti da sapere quando si comincia una consulenza con una donna.
Chiederlo in maniera diretta è d’uopo.
Qui non si scappa, se manca il ciclo bisogna comprenderne velocemente le motivazioni.
Le cause dell’amenorrea, che si può definire tale dopo almeno tre mesi consecutivi senza mestruazioni, possono essere molte, a partire da squilibri ormonali, che possono essere rilevati tramite esami specifici.
Altre cause, in cui invece posso intervenire direttamente con dei consigli sono, il riscontrare un’eccessiva magrezza o constatare una recente repentina perdita di peso.
Non è altresì infrequente che molte ragazze ammettano di aver protratto per anni diete estremamente povere di calorie, che facilmente nel tempo possono aver generato il problema.
In questo caso consigliare un’alimentazione via via più corposa ed adeguata al benessere generale, diventa una priorità assoluta.
Insieme ad ipocaloriche protratte, anche un eccessivo allenamento potrebbe essere concausa di queste problematiche.
Questo sarà quindi un altro parametro su cui lavorare per favorire la riemersione da una situazione di stress sistemico per cui il corpo è andato in protezione anche con questo meccanismo.
Certamente il mio raggio d’azione termina ove vengano esplicitati dei disturbi psichiatrici che richiedano l’utilizzo di farmaci antidepressivi, tranquillanti ecc… o situazioni di stress familiari o lavorativi di non facile risoluzione.
5. Da quanto ti alleni, con quale frequenza, descrivi un tuo allenamento tipo.
Queste sono domande preliminari, che insieme a vari test eseguiti in sala pesi, mi permetteranno di capire a quale livello di fitness si trovi il cliente, che tipo di allenamento proporre e soprattutto quali esercizi è in grado di eseguire.
La persona che ha sempre lavorato in monofrequenza, potrei, partendo da una falsa mono, portarla in certi momenti della programmazione verso una multifrequenza.
Se un cliente è abituato ad allenarsi 6 o 7 giorni a settimana ma con volumi allenanti, per qualità, spesso poco proficui, cercherò di portarlo ad un numero di 4 o 5 allenamenti.
Qualora mi trovi di fronte ad un cliente che non ha mai toccato un peso in vita sua, sarà bene sapere anche quali sport ha praticato sin dall’infanzia.
Chi ha sempre fatto poco o nulla, facilmente si troverà a dover fare un percorso lungo, di propriocezione, apprendimento di schemi motori e progressiva capacità d’attivazione muscolare.
In questi casi si partirà con la programmazione di sedute mirate al raggiungimento di un’adeguata propriocezione e all’insegnamento di schemi motori, che via via verranno sempre più affinati per poter poi proporre esercizi importanti con l’utilizzo del bilanciere, come panca squat e stacco, military press, rematori ecc…
Se invece ci troviamo di fronte ad un atleta d’altri sport, magari fatti a livello agonistico, anche se completamente digiuni di bodybuilding, il 99% delle volte avremo vita facile.
Gli schemi motori saranno appresi molto velocemente e l’attivazione muscolare con conseguente risposta ipertrofica avranno tempi certamente più brevi.
Anche un presunto avanzato potrebbe dover sistemare errori protratti nel tempo.
E’ importante quindi non dare nulla per scontato, testando insieme tutte le alzate e a volte anche esercizi che sembrerebbero banali e di facile esecuzione.
6. Domande alimentazione, rapporto con il cibo (Ricerca di eventuali patologie bulimia anoressia)
Qui si apre uno scenario molto complesso e variegato, per cui posso solo dare consigli generali, rimandando poi a figure specializzate competenti.
E’ utile che io mi informi e conosca quale sia il rapporto con il cibo sin dall’infanzia.
Ciò mi ha dato spesso indicazioni per capire l’atteggiamento alimentare, potendo dare poi consigli calati che hanno accompagnato la persona ed il percorso ad una stabilità e sostenibilità tali da creare i presupposti per i miglioramenti voluti.
Non è infrequente trovare donne ma anche uomini, ossessionati dalle calorie, i cui metabolismi, depressi da anni di ipocaloriche intervallati da crash alimentari che sfiorano il patologico, hanno semplicemente bisogno di ritornare a valori a loro adeguati.
La confidenza e la fiducia qui diventano cardini di piccoli passi che, a volte anche con qualche fisiologico scivolone, verranno fatti piano piano.
I risultati raggiunti nel tempo, scardineranno le vecchie credenze relative alle calorie e regaleranno nuova consapevolezza ed equilibrio.
Qualora se ne avvertano i campanelli d’allarme, è bene sondare, e non è detto che ci si riesca al primo appuntamento, che non ci siano segnali di anoressia o bulimia latenti o conclamate.
In quei casi, bisogna essere estremamente onesti, chiarendo di trovarsi al di fuori della propria area di competenza. Il cliente ha bisogno d’altre figure di riferimento specialistiche.
Quando si avverte equilibrio, il mio intervento è ridotto al consigliare un’alimentazione varia e ricca di nutrienti sani e a indicare quali a mio parere possano essere i momenti in cui introdurre più benzina utile ad un allenamento e un recupero proficui.
7. Regolarità intestinale
So che questa potrebbe apparire una domanda “impudica” ma è importante farla.
Un’irregolarità intestinale potrebbe avere diverse cause.
Tralasciando quelle psicosomatiche, facendo domande sulle abitudini alimentari possiamo capire se il contenuto di fibra solubile ed insolubile è adeguata, se vengono assunti regolarmente alimenti cosiddetti prebiotici, cioè che favoriscono il proliferare di batteri intestinali cosiddetti “buoni”
I miliardi di batteri (1,5kg) presenti nel nostro intestino, regolano diverse funzioni come ad esempio:
- Sono barriera costante contro la proliferazione di agenti patogeni,
- sono deputati alla produzione di alcune vitamine ( Vit K, Vitamine del gruppo B, Acido folico),
- regolano l’assorbimento dei nutrienti,
- mantengono sano il nostro sistema immunitario.
Ogni cibo che introduciamo ha un effetto sull’equilibrio di tutto il nostro patrimonio batterico intestinale, non assoluto ma relativo, perché purtroppo alcuni ceppi azzerati completamente da anni di abitudini alimentari scorrette, a meno di trapianto fecale, non sono recuperabili né con probiotici né tantomeno con i prebiotici introdotti con l’alimentazione.
Ma non è mai troppo tardi per migliorare la qualità della nostra vita.
Diventare consapevoli che il nostro benessere, al di là del risultato estetico, passa attraverso un’alimentazione corretta, quindi molto varia, è di fondamentale importanza.
I consigli a riguardo, tanto banali e semplici da attuare, quanto estremamente efficaci, sono quelli per cui si debba imparare piano piano a gestire un’alimentazione che dia ampio spazio a verdure fresche, frutta, cereali integrali, spezie, legumi e tutti quegli alimenti che nel tempo contribuiranno ad un benessere duraturo e di conseguenza al raggiungimento dei propri obiettivi estetici o di performance.
Le domande che ho messo in evidenza, come scritto in apertura, hanno la funzione di fornire al Coach degli elementi affinché la persona venga messa sempre al centro del percorso costruito per lei.
Top Coach Marco Cerri