Tantissimi studi dimostrano che le ripetizioni parziali non sono efficaci come quelle complete.
Peccato che questi studi non tenevano conto di tanti fattori.
Innanzitutto il carico, che nelle parziali dovrà essere molto diverso a seconda se il carico è nella prozione di lavoro più facile o difficile, poi dei tempi sotto tensione, una serie da 10 a ripetizioni parziali dura di meno di una da 10 a ripetizioni complete, poi dei recuperi, dell’alimentazione e tanto altro ancora.
Sono perfettamente consapevole che qualcuno inorridirà nel leggere questo articolo, ma la mia intenzione NON è sbugiardare decenni di allenamenti e campioni che si sono allenati a ripetizioni a ROM completo, ma di proporre un’alternativa di lavoro differente dalle solite, utile ad uno stimolo neurale completamente diverso dai soliti, e quindi utile ad uscire dallo “stallo” che il sistema nervoso (oramai stimolato in ogni maniera) dell’atleta molto avanzato ha imposto.
Il concetto è sempre quello che ho spiegato con la tecnica delle contrazioni statiche e quella del ONE SET TO MINUTE (rileggere i blog precedenti).
Cerco e trovo un sistema “sconosciuto” dal sistema neurale per stimolare una reazione ed una nuova compensazione.
Come dire… trovo lo stimolo X e dopo 2 settimane lo faccio diventare X e dopo altre 2 settimane lo faccio diventare X una volta arrivati in alto con volumi o intensità si cambia stimolo (esempio lo stimolo Y) e lo si fa diventare sempre più grande per evitare l’adattamento immediato.
Per ovviare la solita eccessiva CRISI del sistema neurale si mantengono le ripetizioni complete, ma solo una volta ogni 2 settimane per esercizio.

Nell’esempio vengono utilizzati gli esercizi fondamentali maggiori, ovvero: panca piana bilanciere, stacco da terra, squat, military, trazioni alla sbarra, rematore manubrio (non bilanciere per non gravare troppo sulla zona lombare già sufficientemente sollacitata) e poi una serie di esercizi complementari in forte lattacido per lavorare i punti carenti in maniera più incisiva con il sitema del POST STANCAGGIO ovvero lo sfinimento finale.
Il protocollo è per una routine di 3 giorni a settimana con schema A-B-C e la settimana successiva D-E-F, ma se analizziamo i protocolli vedremo che in pratica sono A1-B1-A2 e poi B2-A3-B3.
I 6 fondamentali vengono divisi in A e B (3 per tabella) e fatti ruotare nei 3 allenamenti bisettimanali, ovvero il primo esercizio verrà eseguito sempre nel primo 1/3 di movimento favorevole, esempio: panca piana con discesa sino all’altezza del gomito/spalla, il secondo esercizio con la porzione QUASI COMPLETA, esempio della panca piana, sino a 3 cm dal petto, ed il terzo invece a R.O.M. completo.
Ovviamente ripetendo il sistema 3 volte a scheda (A-B) nell’arco delle 2 settimane, le porzioni vengono cambiate e gli esercizi fatti ruotare, esempio: nella scheda A si troverà lo squat come primo esercizio con 1/3 di movimento, nella scheda C come terzo esercizio a R.O.M. completo e nella scheda E con esecuzione quasi completa.
L’obiettivo sarebbe RIUSCIRE A MANTENERE IL CARICO costante nelle 3 modalità, ovviamente sarebbe impossibile riuscirci con ripetizioni uguali e quindi TUT diversi, ma proprio per mantenere il TUT quasi uguale, vengono cambiate le ripetizioni. 15-18 nelle parziali “facili”, 10-15 in quelle “quasi” complete e 5-8 in quelle complete.
Altro obiettivo è quello di riuscire a mantenere i carichi nell’arco dell’avanzare dei cicli di lavoro mantre i recuperi si abbassano da un massimo di 180″ ad un massimo di 60″.
Il concetto è quello dell’intensità che si alza gradualmente nelle settimane cercando di mantenere i carichi ed i volumi.
Sotto metto l’esempio delle 6 schede.
Ovviamente i volumi sono personalizzabili e gli esercizi anche. Suggerisco ai neofiti DI NON PROVARCI NEANCHE perchè per loro c’è ancora tanto da fare prima dello stallo, e se lo siete vuol dire che vi state fossilizzando su una o 2 tecniche.
Che dire… PROVARE PER CREDERE
Vi chiedo gentilmente di lasciarmi un vostro gentile feed back.
Grazie dell’attenzione e AVANTI VELOCI.

