PARTE 1: La Mastoplastica additiva per fini estetici e decorso post operatorio nelle donne sportive, con specifico riferimento a chi pratica Bodybuilding.
Valutare il tipo di intervento e il tipo di protesi mammaria
Al giorno d’oggi l’intervento di mastoplastica additiva, ovvero l’aumento del volume delle mammelle, è il più richiesto e praticato in tutto il mondo e, per questa ragione, è considerato da molti un’operazione oramai di routine.
Negli ultimi anni le protesi mammarie hanno fatto enormi progressi e si sono evolute fino a garantirti, con quelle di ultima generazione, la durata a vita (prima solamente 10/20 anni), massima resistenza, sicurezza e comfort.
Il primo passo da fare oltre che informarsi è prendere appuntamento con un medico chirurgo. Verrà effettuata una visita accurata, durante la quale il chirurgo valuterà:
- I tuoi bisogni e desideri estetici
- Le misure delle zone coinvolte nella mastoplastica additiva (torace, capezzolo, areola per comprendere la tua fisionomia)
- Lo stato dei tessuti.
Lo scopo dell’analisi preliminare è quello di individuare il tipo di protesi più adatto a te, la tipologia di tecnica di mastoplastica additiva, il posizionamento della protesi (sottomuscolare, dual plane o sottoghiandolare) e la via di incisione (transascellare, periareolare o inframammaria).
I diversi tipi di protesi al seno (descrizione breve)
Esistono centinaia di tipologie di protesi per il seno che differiscono per forma, materiale e superficie.
Le marche di protesi più famose in commercio sono Motiva, Mentor e Allergan, diffida da chi ti propone qualcosa di alternativo ed economico.
Di seguito un breve elenco delle forme più comuni in commercio, che a loro volta differiscono per molteplici modelli, in base al risultato estetico che si vuole ottenere:
- Anatomica: detta anche “a goccia” poiché il risultato estetico è simile a quella di una goccia. La sua massa si concentra sulla parte bassa della protesi a causa della gravità e danno quindi un aumento di volume nella parte inferiore della mammella. Effetto più naturale.
- Rotonda: fornisce il riempimento completo anche del polo superiore della mammella. Nonostante la gravità la sua proiezione è al centro, donando l’effetto push-up in ogni situazione. Effetto meno naturale
- Ergonomica: è un mix delle due protesi precedenti, il compromesso tra la tonda e l’anatomica, consigliata soprattutto per le donne più sportive. Si adattano alla gravità e al movimento del copro come il vero tessuto mammario. È morbida dal tatto e mantiene una sorta di “forma a goccia” in posizione eretta e tonda in posizione orizzontale.

Soggettività e pareri dei chirurghi
Successivamente, se è necessario, il chirurgo discute sul tipo di proiezione, ovvero quanto in avanti la protesi si estende dalla parete toracica.
Se fisiologicamente il tuo corpo non è “progettato” per avere un seno voluminoso, non dovresti insistere per l’inserimento di protesi con un volume non supportato e sproporzionato al tuo fisico.
Non scegliere impulsivamente, è un fattore significativo di quando il seno può apparire proporzionato o meno con tutto il resto del corpo.
È dovere del chirurgo proporti il tipo di protesi, la grandezza e la proiezione più adatta a te, in base alla tua conformazione, ai tuoi tessuti e al risultato estetico desiderato.
La scelta estetica è solo tua, tuttavia, credo che le proporzioni e l’armonia con il resto del copro dovrebbero essere il driver principale.
Personalmente ho sentito il parere di tre medici chirurghi, ognuno mi proponeva un intervento diverso in termini di protesi e modalità di operazione.
Il mio consiglio è quello di non fermarti al primo parere ma sentire diverse opinioni.
Stiamo parlando comunque di un’operazione invasiva anche se di routine, e che cambierà il tuo corpo e forme per il resto della vita.
Volevo un risultato più naturale possibile ed ho optato per una protesi ergonomica. È vero che siamo Atlete, ma il mio essere donna e femminile in modo naturale, e non bambola di plastica, viene prima di tutto.
Come viene eseguito l’intervento di mastoplastica additiva?
Facciamo in primis chiarezza sulle diverse tipologie di operazioni, ovvero come le protesi possono essere posizionate e la via di incisione.
La scelta della via di incisione è molto soggetta, più che al tipo di operazione, alla preferenza del chirurgo (ci sono diverse linee di pensiero), anatomia del paziente, scelta e grandezza delle protesi; quindi, non spenderò molte parole a riguardo. Ovviamente l’obiettivo di un bravo chirurgo è quello di lascare le cicatrici il meno possibile visibili sul corpo.
Sappi solamente che l’inserimento della protesi nella mastoplastica additiva può avvenire in quattro diverse modalità:
- Transascellare: incisione sotto al braccio, dall’ascella. Non influisce sui linfonodi ma potrebbe, scelta che richiede ulteriori approfondimenti dal mio umile punto di vista. La cicatrice sarà visibile solo a braccio elevato
- Periareolare: incisione lungo il bordo dell’aureola del capezzolo. La cicatrice sarà camuffata dalla naturale pigmentazione cutanea di quell’area, o comunque poco visibile solamente in topless
- Inframammaria: incisione sotto al seno, approccio old school e il più popolare. La cicatrice sarà di dimensioni maggiori rispetto alle altre ma verrà coperta dalla naturale pieghetta sotto al seno, quasi invisibile
- Transombelicare: dall’ombelico, molto rara.
L’incisione transascellare e inframammaria sono quelle che hanno minori probabilità di complicanze con l’allattamento al seno. Anche il periareolare non aumenterebbe i rischi di problemi di allattamento, tuttavia a causa della zona interessata il rischio non può essere pari a zero.

Scelta del posizionamento delle protesi nella mammella
Veniamo alla scelta più difficile e fondamentale, dal mio punto di vista, il posizionamento delle protesi.

Mastoplastica additiva Sottomuscolare, sottoghiandolare o dual plane?
Esistono numerose varianti, ad esempio, il posizionamento sopra o sotto fasciale. Non c’è una posizione migliore all’altra, la scelta è l’insieme di molti fattori per le proprie necessità e preferenze.
Premessa che cercherò di spiegarti in modo elementare: sappiamo che il nostro corpo è molto intelligente e in condizioni ottimali produce tutto ciò di cui ha bisogno.
Quando inseriamo un corpo esterno ed estraneo nel nostro corpo esso va in protezione. Nel caso specifico delle protesi, il corpo crea una sorta di rivestimento cicatriziale naturale, ispessimento del tessuto, attorno alla protesi stessa (visibile anche ad occhi nudi in certi casi).
Nel peggiore dei casi può capitare che il nostro corpo rigetti l’oggetto estraneo, in altri casi, può capitare che si venga a creare una contrattura mammaria, ovvero l’ispessimento del tessuto stringe in maniera eccessiva la protesi (sempre per protezione) e le deforma, causando asimmetrie, gonfiori e dolori. In questi casi è necessario sottoporsi ad un nuovo intervento.
Di seguito ti riporto le modalità di posizionamento principali e relativi vantaggi/ svantaggi.
Mastoplastica additiva SOTTOGHIANDOLARE
La protesi viene posizionata subito dietro la ghiandola.
- Vantaggi: Decorso operatorio più rapido rispetto alle altre modalità; puoi riprendere velocemente ad allenarti; controllo ottimale della forma e posizione durante l’intervento; assenza di variazione della forma durante la contrazione del muscolo pettorale; consigliata a donne sportive le quali usano molto i muscoli pettorali;
- Svantaggi: Protesi molto visibile e tangibile al tatto in quanto inserite molto in superfice, soprattutto nei periodi di gara nella quale si ha una pelle molto sottile (esteticamente ai margini è possibile vedere ad occhio nudo delle piegoline dette wrinkling/ rippling); rischio maggiore per la contrattura capsulare e la sua visibilità; le mammografie sono più difficili da eseguire; lento e progressivo assottigliamento della ghiandola mammaria a seguito della pressione e peso gravitazionale non essendoci l’aiuto derivante dal muscolo che mantiene il posizionamento.
Mastoplastica additiva SOTTOMUSCOLARE

La protesi viene posizionata completamente in una tasca sotto al muscolo gran pettorale e dentato anteriore.
- Vantaggi: Effetto più naturale, ridotta visibilità della protesi e riduzione del rischio di contrattura; le mammografie più semplici da effettuare rispetto a quella precedente
- Svantaggi: minor controllo della forma della mammella; alto rischio di spostamento delle protesi essendo posizionate sotto al muscolo; variazione della forma durante la contrazione del muscolo pettorale, di conseguenza per una donna che fa molto sport c’è il rischio di maggiore usura; il gran pettorale viene sollevato completamente durante l’operazione per creare la tasca contenitiva della protesi, di conseguenza il post-operatorio è più doloroso e lungo.
Mastoplastica additiva DUAL PLANE
È una tecnica ibrida: la protesi viene posizionata in parte sotto al muscolo, nella parte superiore, e in parte dietro la ghiandola mammaria, nella parte inferiore.
- Vantaggi: garantisce il risultato più naturale rispetto alle altre tecniche, la protesi è invisibile all’occhio nudo essendo posizionata nella parte superiore sotto al muscolo; le protesi non vengono deformate dalla contrazione del petto in quanto si trovano in una posizione parziale; assicura il minor rischio di contrattura capsulare grazie al massaggio costante del muscolo pettorale sulla protesi; il decorso postoperatorio è medio rispetto le altre due tecniche; le ecografie mammarie risultano chiarie; è indicata a donne molto magre con pelle sottile e a chi ha muscoli pettorali molto sviluppati.
- Svantaggi: non ne esisterebbero secondo i chirurghi, dal mio punto di vista è che viene inciso superficialmente in piccola parte il muscolo pettorale.
La mia personale esperienza: come ho scelto
Personalmente ero partita decisa: “non voglio assolutamente incidere il muscolo”, non volevo perdere, anche se di poco, la mia forza nel pettorale; è vero non faccio powerlifting ma io adoro allenare la forza e lavorare con i fondamentali.
Ho chiesto mille pareri ad atlete che gareggiavano, anche ai colleghi Lara Renzi e Daniele Surdo avendo avuto molte collaborazioni con atlete con il seno rifatto (ringrazio ancora per la disponibilità e il confronto).
Sai come trovi la soluzione?
Chiediti in primis che effetto vuoi avere indipendentemente dal tuo essere atleta, pensa anche al futuro (se sei molto giovane) poi valuti tutti i pro e contro considerando anche l’allenamento. Ergo, l’allenamento non deve essere il fattore determinante dal mio punto di vista (a meno che tu non faccia PL).
Il volevo l’effetto più naturale possibile, considerando il fatto che sono un atleta e non andrò mai a gareggiare come PL (almeno non per tutte e tre le alzate) ho optato, confrontandomi con il chirurgo ovviamente, per una protesi ergonomica, modalità dual plane e incisione periareolare.
Dopo aver discusso, chiarito e deciso, il chirurgo successivamente ti prescriverà degli esami specifici da effettuare. Si tratta generalmente di esami del sangue, ecg, ecografia mammaria bilaterale.
Intervento al seno: preparazione
Un paio di giorni prima dell’intervento dovrai iniziare l’antibiotico e, se hai le unghie ricostruite, ti verrà richiesto di togliere la ricostruzione almeno sul dito indice per evitare disfunzioni con l’apparecchio per la misurazione della pressione. Dovrai indossare vestiti comodi, larghi e soprattutto una felpa con la zip (diventeranno le tue migliori amiche).
Per quanto riguarda l’intervento, come detto inizialmente, oramai è considerato di routine: l’operazione dura meno di un paio d’ore se non ci sono complicanze.
A seconda della struttura a cui ti rivolgi è possibile effettuarlo in “day hospital”, quindi una volta effettuato l’intervento, il tempo necessario di riprendere conoscenza e verificare che stai bene, ti sarà possibile andare a casa il giorno stesso. Oppure, rimanere tre giorni in clinica sotto l’osservazione dell’equipe.
Altro argomento ostico sono i drenaggi, ci sono due linee di pensiero nei chirurghi. La prima è quella del “Sì” a priori, la seconda è del “Sì, solo se è necessario”.
Per chi non lo sapesse i drenaggi permettono la fuoriuscita dei liquidi in eccesso, come sangue o siero, che si potrebbero accumulare nel seno e far insorgere complicanze ed infezioni. Il chirurgo evita di inserirli se non sono necessari, tuttavia è possibile che in sede di operazione né ritenga l’esigenza. Io non ne ho avuto il bisogno, altre ragazze si: è estremamente soggettivo.
Mastoplastica additiva: anestesia
Al giorno d’oggi è raro che si effettui l’anestesia totale per questo tipo di intervento.
Sempre in base alla struttura e al medico, ti verrà applicata la loro procedura. La più comune, per esperienza personale e per cosa mi è stato riportato, è l’anestesia locale con sedazione profonda.
In questo modo la paziente raggiunge uno stato di sonnolenza senza che venga alterata la funzione respiratoria, mantenendo le migliori condizioni psicofisiche, evitando così anche lo “stress da operazione”. Non è necessaria quindi intubazione, il chirurgo ha più controllo di tutti i parametri vitali, del sanguinamento intraoperatorio e post operazione sono molto rari i possibili sbalzi improvvisi della pressione arteriosa.
Il mio decorso post- operatorio nella mastoplastica additiva DUAL PLANE
Ti descriverò nel dettaglio il decorso post-operatorio dell’operazione dual plane effettuato in “day hospital”.
Molti aspetti sono simili agli altri tipi di operazione, di conseguenza, ti consiglio comunque la lettura anche se sai già che opterai per una diversa metodologia.
La questione più importante e molto sottovalutata è che ti devi assicurare di avere una persona che si penderà cura di te h24! È un dettaglio fondamentale per almeno i primi 4/5 giorni.
Non pensare di potercela fare da sola perché non sarà assolutamente così, anche se pensi di essere wonder woman, dovrai chiedere aiuto (soprattutto se ti inseriranno anche i drenaggi).
Ti dovranno cucinare, imboccarti se necessario, aiutare ad alzarti, vestirti, lavarti a pezzi, lavare i capelli, tirarti giù i pantaloni, le mutande, pulirti (sì, so cosa stai pensando, anche quello), grattarti, in poche parole sarai una mummia vivente.
Consiglio: prima dell’operazione inizia a spostare tutto ciò che utilizzi più spesso e mettilo a portata di mano al fine di evitare tutti i movimenti di flessione, estensione, abduzione e adduzione.
Se sei fortunata riuscirai a muovere fin da subito solo gli avambracci.
Appena tornerai a casa dalla clinica ti sentirai un po’ stordita grazie al cocktail di farmaci ancora in circolo. Quest’ultimi ti permetteranno di sentire poco dolore per la restante parte della giornata. Le montagne russe arriveranno una volta passata l’anestesia.
Dolore nel post-operatorio
Alla domanda, “fa male?” rispondo un bel “dipende”.
È estremamente soggettivo, io non ho mai preso l’antidolorifico perché il dolore è stato gestibile nel mio caso (può capitare di leggere sui forum che per alcune donne è stato insopportabile).
Mi ricordo solamente la seconda notte passata sul divano. Non riuscivo a dormire perché ad ogni minimo movimento, di qualsiasi parte del corpo, partivano delle sfilettate al petto come una pugnalata. In quell’occasione ho proprio visto le stelle, è stato l’unico momento in cui mi sono chiesta “ma chi ca**o me l’ha fatto fare?”; ora ci rido su.
Devi stringere i denti i primi tre giorni, poi fidati che sarà tutto in discesa, più o meno.
Come hai potuto leggere, il divano diventerà parte integrante di te e tu di lui. Non riuscirai a sdraiarti a letto i primi giorni e avrai il mal di schiena peggio di un ottantenne sedentario.
Convalescenza
Nei primi tempi manterrai prevalentemente una postura cifotica, un po’ per il divano, un po’ per il dolore e un po’ per il nuovo peso a cui il tuo corpo si deve adattare. Passavo letteralmente ore con il thera care per sciogliermi tutti i punti doloranti.
Oltre al divano, anche il reggiseno compressivo post-operatorio diventerà la tua seconda pelle, anzi, una camicia di forza inizialmente. Talmente stretto da scalfiggere quasi la pelle. Lo potrai togliere solo quando il chirurgo ti darà il via libera.
Non ricordo esattamente, la mia mente ha voluto eliminare questo dettaglio, penso di averlo iniziato a togliere per qualche minuto dopo due settimane, da quando potevo farmi la doccia. Ufficialmente l’ho tenuto due mesi, giorno, notte e durante gli allenamenti.
Dopo quattro giorni, ho iniziato ad uscire di casa a fare delle brevi passeggiate.
Dopo una settimana a farmi da mangiare da sola, a dormire nel letto e a lavoricchiare (ovviamente senza toccare i pesi durante le sessioni di personal) e dopo due settimane a guidare per brevi tragitti.
Sarò sincera e brutale, perché è giusto che qualcuno ti dica la realtà dei fatti. È possibile che ti vedrai esteticamente da schifo; per il gonfiore generato dai farmaci, per la ritenzione del poco movimento, per lo stress sistemico generale, per il trauma che il tuo corpo ha subito, per il mal di schiena, perché forse le nuove arrivate non sono proprio come te le aspettavi (troppo grosse, alte, piccole, sproporzionate, storte, etc.…).
Tuttavia per quest’ultimo punto dovrai aspettare circa 6 mesi per una valutazione reale e definitiva.
Tornare ad allenarsi dopo l’intervento al seno

Il via libera per allenarsi lo può dare esclusivamente il chirurgo: non il tuo coach, non il personal trainer, non la tua amica e neanche te stessa!!
Lo ammetto, diverse volte mi è passato (e ti passerà) per la testa di allenarmi senza consenso, soprattutto l’upper body perché il suo “let’s go” arriva più tardi.
Me lo ricordo benissimo quel giorno: non avevo più alcun dolore, mi sentivo in forma e sapevo che avrei potuto allenare tranquillamente la parte alta. In questi momenti devi ricordarti che il rischio di spostamento della protesi, non ancora assestata completamente, è alto.
Per una cavolata, per un “capriccio”, il gioco non vale la candela; potrebbe non succedere nulla, come potrebbe succedere di tutto.
A te la scelta, io sotto i ferri non ci volevo più tornare e in quel momento ho scelto di essere più intelligente del mio ego.
Non puoi allenarti: punta tutto sul NEAT
Per i non addetti ai lavori, NEAT significa “non-exercise activity thermogenesis”, ovvero tutti quei movimenti quotidiani, volontari o involontari, che implicano un minimo sforzo non associabili ad un vero esercizio fisico.
Quindi, mettiti il cuore in pace, l’unica cosa simile ad un’attività fisica, che potrai fare subito qualche giorno dopo l’operazione è camminare. Senza esagerare troppo per evitare di sudare.
Ti consiglio di partire facendo brevi camminate quotidiane divise nell’arco della giornata e via via aumentare sia la distanza e successivamente la velocità.
Avrai il fiato corto e ti sentirai come un’asmatica dopo aver scalato l’Everest senza ossigeno. È normale, non spaventarti, piano piano recupererai anche il fiato.
Dopo queste interminabili camminate, che diventeranno anche loro le tue migliori amiche, niente potrebbe farti più contenta del consenso del chirurgo per partire con l’allenamento.
Considera che il tempo di ripresa è molto soggettivo, sia in base al tipo di operazione che è stata fatta, sia al chirurgo. Ci sono chirurghi molto pignoli e apprensivi, conoscendo lo sport che pratichiamo, alcuni hanno ancora più timore nel darti il via prima del previsto.
Il mio chirurgo, avendo forse capito con chi aveva a che fare (mi piace allenarmi intensamente), mi ha permesso l’allenamento della parte inferiore del corpo dopo 4 settimane e della parte superiore dopo 8 settimane.
Nella seconda parte ti spiegherò nel dettaglio la mia programmazione per rimettermi in carreggiata e tornare ad allenarmi al 100%.
Alla prossima!
Intanto, grazie per avermi letto.
A presto
Alessandra Piazzalunga
Be Brave – Be You – Be Power