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Posing femminile nella categoria figure

Iris Padoan

Iris Padoan, top coach SBB, atleta agonista Figure e giudice di gara FCFN, in questo articolo approfondisce una componente fondante della preparazione agonistica: il posing femminile e, in particolare, gli aspetti che caratterizzano le pose della categoria Figure.

Una preparazione agonistica dura all’incirca cinque-sei mesi, in cui l’attenzione, la cura dei dettagli diviene meticolosa; mi riferisco tanto all’allenamento quanto all’alimentazione.

In questo lasso di tempo un posto di prim’ordine va riservato anche al posing, sia per un’atleta avanzata che, a maggior ragione, per un’esordiente.

Il posing è illusione o concretezza?

Attraverso il posing l’atleta ha la possibilità di esprimere in tutta la sua completezza il culmine della condizione fisica raggiunta; potremmo definirlo “il mezzo”.

A differenza di altre, il body building è una disciplina sportiva in cui, quanto fa parte dell’allenamento, non rientra nella competizione. La competizione si basa invece sulla valutazione da parte di terzi imparziali della condizione fisica raggiunta grazie all’allenamento ed apprezzabile sul palco.

La condizione fisica dell’atleta figure si valorizza e si trasmette ai giudici attraverso “il mezzo” del posing; qui, la capacità dell’atleta di eseguire alla perfezione le pose, consente di ottenere il massimo risalto delle caratteristiche fisiche che devono essere valutate.

Ed è proprio e solo attraverso un sapiente e ben padroneggiato posing che è possibile valorizzare e rendere visibili tutti questi aspetti.

Non solo un posing ben studiato permetterà all’atleta di porre in risalto i punti forti, ma le consentirà anche di “velare” quelli carenti. Da giudice mi è capitato di vedere atlete ben preparate fisicamente, ma non altrettanto pronte nella capacità di posare. Viceversa, ho visto atlete che attraverso un posing oculato e ben fatto, riuscivano a minimizzare degli squilibri.

Chiaro, non sto asserendo che la condizione fisica, e tutti gli aspetti che sono determinanti in una figure, siano subordinati rispetto al posing. Ciò che credo è invece che la maestria nel posare può fare la differenza:

  • da un lato un posing ben fatto mitiga le imperfezioni e convoglia l’attenzione dei giudici verso i punti forti;
  • dall’altro l’incapacità o la superficialità nell’esecuzione delle pose può penalizzare anche un’atleta quasi perfetta.

Il posing crea quell’illusione di perfezione che demanda alla concretezza di un’ottima condizione; la stessa, senza tale capacità “taciuta”, rimane inespressa nella sua globale potenzialità.

IRIS PADOAN

Posing femminile: categoria figure

Definire il posing un’arte non è fuorviante; lo è non definirla tale!

La naturale predisposizione certamente esiste, ma è indubbio che la competenza deve essere appresa, allenata, reiterata sino a divenire “spontanea”

Quando un’atleta sa posare sul palco, esprime la sua massima bellezza, appare spontanea, sorridente e sprigiona una potente energia.

Questa resa è frutto di un lungo allenamento, soprattutto se si tratta di una gara nella categoria figure. Qui, infatti, le pose sono il frutto di tensioni muscolari isometriche mantenute per diversi secondi. Chiaro che, maggiore sarà stato l’allenamento pregresso, maggiore sarà, non solo la tenuta, ma soprattutto, la disinvoltura nel farlo.

Per questo motivo ritengo che gli esercizi di posing dovrebbero essere inseriti nell’allenamento come parte integrante di una preparazione agonistica di 6 mesi o più.

È necessario programmare e modulare gli esercizi di posing; iniziamo con sessioni di pochi minuti e allunghiamole progressivamente; inseriamoli nel protocollo di allenamento vero e proprio, prevedendo ad esempio delle sessioni nei giorni off o a fine workout.

Ricordiamoci che tutto ciò che abbiamo fatto durante la preparazione è funzionale al momento in cui saliremo sul palco.

Una volta davanti ai giudici sarà grazie al posing che metteremo in giusta mostra i frutti di tutto il lavoro compiuto. Un posing ben fatto è l’unico mezzo che ci permetterà di valorizzarlo appieno.

Andiamo ora ad analizzare come eseguire le diverse pose nella categoria femminile Figure.

Figure: criteri e posing perfetto

Nella categoria Figure, linea, simmetria e proporzioni, eleganza strutturale, un ottimo V-shape nonché un armonico sviluppo dei gruppi muscolari ed un’ottima tonicità sono gli aspetti che determinano un’atleta vincente.

Criteri di giudizio della categoria Figure

La visione di insieme delle figure è grintosa, armonica, atletica; qui linea e simmetria sono aspetti determinanti più di volumi e condizione.

In un’atleta figure vengono valutati:

  • un ottimo V-shape (clavicole larghe e vita stretta);
  • lo sviluppo muscolare è ben visibile ma mai estremizzato (i glutei ad esempio, sono ipertrofici così come le gambe, e la definizione non è mai esasperata ma tangibile);
  • simmetria e proporzioni;
  • eleganza strutturale.

Sul palco l’atleta figure dovrà svolgere due round.

Primo round gara figure

Nel 1° round le atlete si confrontano sulle pose semi rilassate nei quarti di giro, frontale, laterale, fianco destro e sinistro e di schiena.

Attenzione a non farvi trarre in inganno dal quell’utopistico “rilassate”.

Pur apparendo tali, di fatto sono l’espressione di una contrazione isometrica prolungata e sapientemente tenuta; di una respirazione alta, toracica, allenata tanto da non esprimersi in respiri corti ed affannosi. Il tutto, contornato da un sorriso aperto, che io ironicamente definisco “da paresi facciale”, poiché sfido chiunque a ridersela facendo delle contrazioni continue e prolungate di tutta la muscolatura! Con un sapiente allenamento si può (e si deve) sorridere ?.

Secondo round gara figure

Nel 2° round le atlete effettuano la model walk individuale su base musicale.

LA SEMI RILASSATA FRONTALE

Posing figure: semirilassata frontale

Desidero sottolineare come la semi rilassata frontale non solo è la posa di apertura tra le obbligatorie, ma anche quella che conferisce allo sguardo dei giudici un’immediata iniziale valutazione.

Certo, non si possono occultare dei “difetti strutturali” (come ad esempio, busto lungo e gambe corte; clavicole strette e vita larga) ma servirsi di alcuni accorgimenti per minimizzare tali mancanze è possibile. A mio avviso, saperseli giocare, denota consapevolezza del proprio corpo e cura ed attenzione nel presentarsi sul palco.

Nella posa frontale l’atleta si pone di fronte ai giudici, qualora si trovasse all’estremità del palco, consiglio di ruotare leggermente verso i giudici in modo da essere ben visibile. Lo sguardo è dritto, sorridere non è un optional, ma caldamente consigliato.

I dorsali devono essere aperti, SEMPRE e le scapole depresse (spalle basse per intenderci).

Come una figure dovrebbe eseguire la posa semi rilassata frontale

L’apertura dei dorsali non è affatto ovvia. Soprattutto per un’atleta alla prima esperienza, l’apertura dei dorsali richiede molto esercizio, da farsi con largo anticipo anche in palestra. Solo con un costante lavoro fatto per tempo è possibile maturare la consapevolezza a livello di mobilità scapolo-toracica necessaria a permettere l’apertura dei muscoli dorsali.

L’addome non deve essere contratto. Direi, anzi, che farlo risulterebbe controproducente poiché l’effetto ottico sarà quello di sembrare tozze. È necessario invece mantenere l’addome in dentro.

La respirazione in questa posizione deve necessariamente rimanere alta, con piccoli inspiri ed espiri a livello toracico. Per noi donne, abituate per lo più ad una respirazione “di pancia” è richiesto un po’ di allenamento anche in questo. È importante mantenere la corretta respirazione per risultare piene ed ampie.

Le braccia vanno mantenute rilassate e lungo i fianchi, le mani aperte e morbide. Braccia, lo sottolineo, “rilassate” per evitare di sembrare degli attaccapanni.

Le gambe rimangono unite, i quadricipiti contratti, ma non allo spasimo. Basterà una contrazione parziale affinché i distretti muscolari della gamba siano posti in risalto senza il rischio di iniziare a tremare. Aver dedicato del tempo ad esercitarsi nel posing, vi saprà ricompensare alla grande nella gestione delle gambe in questa posa.

I talloni si devono toccare e le punte devono risultare ruotate leggermente verso l’esterno.

Il bacino deve permanere in antiversione naturale, che andrà forzata un filino poi nella posa di schiena.

1° quarto di giro a destra: SEMI RILASSATA LATERALE

L’atleta dalla semi rilassata frontale, fa un quarto di giro a destra.

Le gambe debbono rimanere tese, quadricipiti e glutei contratti. Un “trucco” per rendere maggiormente visibile il quadricipite può essere quello di ruotare leggermente l’avampiede verso l’esterno, mantenendo una forte pressione sul pavimento.

La spalla posteriore deve essere portata davanti come se ci fosse un filo che la tira in avanti. Il braccio, naturalmente e come conseguenza, si troverà già avanti rispetto a busto e spalla. Anche qui la mano deve rimanere morbida.

La spalla fronte alla giuria è arretrata come a voler allungare il pettorale, il gomito rimane indietro con il braccio è leggermente piegato che finisce con una mano morbida.

Il dorso va allargato, il respiro deve rimanere alto, a livello toracico e il petto si alza con esso. L’addome non deve essere contratto.

La schiena è inarcata ed il bacino è in leggerissima antiversione. 

Affinché la figura paia ancor più slanciata consiglio di traslare il peso in avanti, verso gli avampiedi, mantenendo i talloni terra.

L’immagine che l’atleta dovrà tenere a mente è quella di avere un filo all’apice del capo che tira verso l’alto.

2° quarto di giro a destra: SEMI RILASSATA DI SCHIENA

Posing figure semirilassata schiena

Questa posizione prevede di dare le spalle ai giudici con le gambe unite, le punte dei piedi leggermente ruotate verso l’esterno e quadricipiti contratti.

Qui l’atleta deve aprire i dorsali il più possibile. Essendo il banco giuria posto in basso al palco, per evitare di sembrare “piatte”, la schiena va leggermente inarcata indietro.

Anche qui, petto alto, femorali “attivati” e glutei contratti. Sia chiaro che “contratti” non significa “strizzati”; nel cui caso, l’effetto estetico sarebbe pessimo.

Il bacino è in leggera antiversione.

Le braccia sono allargate quel tanto che basta e rilassate; mantenerle rigide e troppo distanti dal busto, conferirebbe alla figura un aspetto ad attaccapanni per nulla piacevole.

N.B.
Se l’atleta figure ha i capelli lunghi e sciolti, deve ricordarsi di spostarli quando fa il quarto di giro, per evitare che essi coprano la parte superiore della schiena. Come? Ovviamente con un movimento del braccio disinvolto ed elegante.

3° quarto di giro a destra: SEMI RILASSATA LATERALE DESTRA

Le gambe vanno mantenute unite ed i quadricipiti contratti. Il dorso dev’essere allargato, la spalla che mostra alla giuria va arretrata, il gomito rimane indietro e l’avambraccio morbido scende perpendicolare, la mano rilassata.

La spalla posteriore deve essere portata in avanti e il braccio verrà dunque a trovarsi in una posizione anteriore rispetto a busto e spalla, mano morbida.

4° quarto di giro a destra: ritorno alla semi rilassata frontale

Quando i giudici richiameranno la semi rilassata frontale, l’atleta, sempre con un leggero movimento del braccio risistemerà i capelli.

La T- Walk

La T-walk prevede di “sfilare” sul palco su base musicale, fermandosi a degli stop prestabiliti per eseguire le pose. Gli stop possono essere differenti a seconda delle federazioni ma le pose richieste sono:

  • frontale a fondo centro palco,
  • laterale, ad una estremità del palco,
  • di schiena a centro palco,
  • ed un’ultima laterale con saluto ed uscita all’altra estremità del palco.

La valutazione dell’atleta figure passa attraverso le pose semi rilassate e l’esecuzione di una T-walk, ove padronanza, eleganza e presenza scenica divengono aspetti di rilievo, che seppure non abbiano un peso in termini di punti, l’hanno in termini di una valutazione complessiva sull’atleta.

Parola d’ordine: fascino

Il fascino si esplica attraverso la capacità di attrarre, avvincere, è un qualcosa che traspare prepotentemente ed ammalia.

Essere affascinanti, per un’atleta, significa portare sul palco tutta quella energia positiva di cui ognuno è detentore, senza voler imitare nessuno ma semplicemente mostrando se stesse.

Chiaramente quando l’atleta arriva alla gara con una buona condizione ed avendo appreso e consolidato la capacità di posare con disinvoltura, l’essere affascinanti sarà naturale.

Un altro aspetto che non è ultimo nelle priorità è il sorriso.

Alle mie atlete dico sempre di andare sul palco portando la loro gioia, il loro sorriso poiché credetemi tutto ciò arriva, arriva agli spettatori, ai giudici a chiunque, poiché è energia pura!

Le mie conclusioni

Ritengo che il posing debba essere parte integrante della preparazione agonistica di una figure. Esso richiede tecnica, allenamento, tempo e dedizione affinché le diverse pose si stigmatizzino con naturalezza e massima padronanza nell’atleta.

Da giudice, credetemi, è evidente quando un’atleta mostra un posing consapevole, mirato a mettere in evidenza gli aspetti “forti” ed a mitigare quelli più “deboli”.
Da atleta, confermo che per maturare un posing curato e ben padroneggiato occorre tanto, ma tanto esercizio.

Sia come atleta che come preparatrice, desidero che le mie atlete vivano l’intera esperienza con gioia. Questa attitudine non sottintende superficialità o poca dedizione, ma credo amplifichi ogni risorsa personale. Per questo motivo, alle mie atlete suggerisco di praticare il posing con regolarità, meticolosità e sorriso entrando in quel gioco di ruoli che conferisce a tutto questo denso lavoro una connotazione di “leggerezza”. È quello che i bambini praticano con naturalezza sin da piccoli.

Sul palco l’atleta che sa ben utilizzare l’arte del posing è capace di creare quell’illusione di perfezione chimera a cui tutti i bodybuilder ambiscono. 

Iris Padoan
Top Coach SBB

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