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Senso di Colpa, Un Peso A Volte Troppo Grande Anche Per Un Bodybuilder

Un po’ di domande.

Alcuni spunti.

In fondo all’articolo, 7 punti  che possono scardinare il tuo modo di pensare.

Quante volte ti sei sentito o ti senti in colpa?

Questo ti toglie energie?

Ti distoglie dai tuoi obiettivi?

Ti mette di malumore?

Ti mette in crisi?

Questo tipo di problema potrebbe allontanarti dall’allenamento, dall’alimentazione o dalla preparazione completa.

In sostanza dagli obiettivi che ti eri proposto.

Premetto che con questo articolo non mi propongo di risolvere i problemi esistenziali di chi è turbato da questo tipo di problema.

Ma con qualche consiglio pratico, dare solo la possibilità di iniziare a chiarirsi le idee a riguardo.

L’argomento è vastissimo, tieni perciò presente che alcuni degli esempi riportati sono relativi a ciò che può capitare nel corso della vita a una persona normalissima e che magari ha una passione, come il bodybuilding.

Non parlo di casi eccezionali o di avvenimenti eclatanti.

Queste parole, che vogliono essere uno spunto di riflessione, sono servite anche a me per avanzare in una vita alquanto “ incasinata”.

Cosa succede quando ci sentiamo in colpa?

Si abbandona il progetto iniziale.

Se si va avanti, lo si fa a fatica con un peso enorme addosso.

La scappatoia avviene a volte, grazie a veri e propri auto-sabotaggi.

⁃ mascherati da senso del dovere e “finta” responsabilità (esempio comune: non posso davvero concentrarmi così su di me, sono troppo egoista, ci sono anche gli altri, chi mi è vicino ne sta risentendo)

⁃ Verdetti inesorabili autoproclamati (sono un fallito, hai visto che non ci sono riuscito? Non ci riuscirò mai, allora cosa serve continuare a perdere tempo?)

Insomma rischi di abbandonare, credendo di fare la miglior cosa per il tuo essere e dando risoluzione tombale alla tua aspirazione per non pensarci più.

Ma.

Se le decisioni che prenderemo, non saranno state frutto di autentica introspezione e oculate scelte…

Dentro ognuno rimarrà una dicotomia del tutto particolare, costituita da due differenti sensazioni :

• Il rammarico di non avere portato in fondo il progetto desiderato=frustrazione

• La continua ricerca nel voler convalidare la scelta fatta, fino a giungere quasi all’ostentazione, per poter supportare qualcosa, ai nostri e agli altrui occhi, che in realtà sentiamo vacillante = autoconvincimento e/o convincimento degli altri .

Ma questi sensi di colpa nella vita quotidiana di un Bodybuilder dove potrebbero trovarsi?

Vediamo alcuni esempi…ti senti:

1º In colpa, perché ti alleni e stai portando via tempo alla famiglia o al lavoro?

2º In colpa, perché sei mezzo influenzato, salti un allenamento e senti che avendo voluto, sforzandoti , avresti potuto farlo?

3º In colpa, perché ti concedi un pasto sgarro o una settimana di “decompressione” post gara, il tutto programmato, ma comunque pensi a come sarebbe stato se tu non lo avessi fatto?

4º In colpa, quando fai uno stage di formazione, più di uno, molti … e stai un weekend lontano dalla famiglia?

5º In colpa, perché durante una preparazione, senti che sei più “tirato” ( in tutti i sensi, con i tempi, con la pazienza, con la stanchezza, con le risorse economiche) e questo secondo te o secondo gli altri si ripercuote nei confronti di chi ti sta intorno, colleghi , Partner e/o famiglia?

Bene, se ti è mai capitato o vivi a tutt’oggi queste sensazioni e non ti piacciono, vai avanti con la lettura.

Altrimenti lascia stare, vuol dire che questi “scogli”,o non li hai mai dovuti affrontare o li hai già superati.

In ogni caso, sull’ argomento “senso di colpa” si sono scritti libri e libri, ma visto che con questo post non voglio ne appesantire nessuno ne sviscerare nel profondo cause e dinamiche, in sintesi riassumerò dei concetti base, che se avrai interesse potremmo approfondire insieme.

Mi farebbe davvero piacere se tu lasciassi un commento e esprimessi la tua opinione in merito.

Innanzi tutto una premessa doverosa.

Chi sono io per parlare di queste cose?

Se ti stai per caso chiedendo, quali competenze, titoli o altro io abbia per parlare di questo argomento, la risposta è:

NESSUNA QUALIFICA PARTICOLARE !

Mi dispiace, se vuoi il parere di uno psicologo, sociologo, studioso del fenomeno, non andare avanti.

Io ti parlo di vita.

Non solo di cose lette sui libri (ne ho letti molti)

Non solo di teorie (provate anche di più),

Ma di cose, che ho vissuto in prima persona, e che mi hanno portato a riflettere a causa di eventi che mi hanno segnato parecchio:

un tracollo aziendale,

perdite di beni materiali personali e altrui,

problemi di salute,

rotture di amicizie e rapporti parentali,

un divorzio,

un’altra separazione,

affidamento dei figli,

una nuova relazione con una donna che ha un’altro figlio,

la nascita di un’altra figlia.

e tutte le mille sfaccettature che dinamiche del genere possono innescare.

Capisci che con il “Sig. Senso Di Colpa “ ho avuto modo di fare parecchi incontri.

Situazioni forse comuni a molti , anzi, c’è chi ne avrà passate sicuramente di peggio.

Ma l’importante non è vivere le cose, ma farne esperienza!

Tra le due cose c’è una bella differenza.

INIZIAMO.

Il senso di colpa è un come grande dito puntato addosso, che ti accusa di aver o non aver:

• Fatto

• Rispettato

• Pensato

• Creduto

Di fatto puoi sentirti o possono farti sentire colpevole di tutto in questa vita.

Portarsi appresso questa sensazione è un peso enorme, come un bilanciere carico mentre fai squat.

Ma così pesante, che non solo non riesci ad alzarlo, ma ti schiaccia sempre più SOTTO!

Ora può essere che questo bilanciere tu te lo metta addosso da solo o che te lo mettano addosso altri, ma:

sei sempre tu ,che il peso lo cogli.

Lo tieni e non ti scansi .

Quindi definiamo il primo aspetto:

Nessuno può farti sentire come in realtà tu non vuoi sentirti.

Siamo noi stessi artefici del nostro stato d’animo ma, cambiare stato d’animo non è :

• Scontato

• Immediato

• Facile

• Naturale

Come affrontare allora questo cambiamento?

“Per liberarti devi volare , ma se sei troppo zavorrato rimani a terra….. “

Definisci i tuoi valori e non essere prigioniero delle tue convinzioni.

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Ciò in cui credi, potrebbe non necessariamente corrispondere a ciò che ti fa stare bene ,che è in assonanza con il tuo essere e che visceralmente intuitivamente senti..

Ma come ?

Se sono convinto di una cosa è perché ci credo. Se ci credo, per me è un valore.

Direi Lineare  – logico – sensato

Ma…

La convinzione…

( DEFINIZIONE : con – vincere, fatto, vincendo con prove o con buoni argomenti)

potrebbe derivare da insegnamenti, prove e buoni argomenti, che ti hanno inculcato in testa per anni altri o che hai vissuto.

Alla fine ci hai finito per credere così tanto che le hai equiparate hai tuoi valori.

Es: CONVINZIONE – L’importante è il lavoro fisso –

Quello è il lavoro al quale ambire!

Però può essere che per farlo, fai un lavoro che non ti piace e se per caso pensi anche lontanamente a cambiare, ti senti in colpa al solo pensiero che scegliendo il lavoro che ti piace, potresti rendere precaria la stabilità economica tua o della tua famiglia.

Stai seguendo una convinzione o un valore?

Meglio assecondare il giusto “lavoro”, avere la tranquillità economica e fare magari una vita di m****a?

O chiederti cosa vale veramente per te (es: tutela della famiglia, soddisfazione personale, realizzazione , sostentamento economico) e operarti per portare avanti i tuoi valori al di là della convinzione?

Altri esempi?

CONVINZIONE  – Per essere in forma e tirato devo sicuramente fare la fame o assumere sostanze illegali –

Però ti senti in colpa , perché alla fine in cuor tuo sai che stai facendo qualcosa non in linea con i tuoi valori, non un percorso di salute , non un percorso virtuoso (ti consiglio di andare a rileggere la definizione di virtù ?).

Forse la soluzione sta nell’ iniziare ad addentrarsi in un sano interessamento, abbattendo i muri delle tue convinzioni e del già conosciuto e scoprire come puoi portare avanti la tua aspirazione.

CONVINZIONE  -Se voglio avere successo nel lavoro non posso dedicarmi a famiglia e allo sport, e di conseguenza se metto uno di questi in cima gli altri stanno sotto –

Ma ti senti in colpa perché dedicando così tanto tempo ad una sola sfera, trascuri le altre e questo ti crea disagio.

Forse riequilibrare le tue priorità valutandole con le tue necessità è la mossa migliore per ottenere ciò che vuoi veramente.

CONVINZIONE – Se faccio una gara il rapporto con la mia famiglia verrà minato –

CONVINZIONE – Se non sono supportato dalla famiglia impossibile pensare di affrontare un determinato percorso –

Ecc…

Cosa fare per togliere queste zavorre ?

Vai a fondo chiediti cosa ti piacerebbe fare o essere , immaginati libero da ogni vincolo , un “te” dalle possibilità infinite.

Guarda se quello che ti frena sono le convinzioni , perché se lo stai immaginando qualche valore dentro di te sta “spingendo”.

E il senso di colpa invece può essere che sia uno di quegli elementi che sta “tirando”.

Sostenibilità

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In ciò che fai, devi trovare un equilibrio, se in cuor tuo ci sono cose alle quale tieni davvero, perché a livello emozionale e non razionale , ti fanno sentire bene.

DEVI cercare di equilibrare le energie affinché tu le riesca a sostenere, sostenerle con mezzi , azioni, pensieri.

Capiterà che ti sbilancerai più da una parte, preso da mille emozioni e pensieri.

Beh, non sentirti in colpa se in certi momenti della tua vita alcune cose prendono più energia di altre, chiediti sempre con quale sentimento stai compiendo una determinata azione.

C’è differenza tra priorità, necessità, e invece inconsapevolezza.

Siamo esseri in evoluzione e aprire le porte al dubbio, interrogandoci a fondo sul senso delle nostre azioni non è mai tempo perso.

Ricorda: Aumenta il tuo grado di consapevolezza e porrai le basi per avere, meno, inaspettati ,sensi di colpa.

Esiste forse un modo giusto ?

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Siamo in quanti su questo pianeta?

8 miliardi circa?

E prendiamo in esame solo quelli vivi ,senza andare indietro nel passato e vedere tutte le vicende umane che si sono susseguite e concatenate per generazioni.

Pensi davvero che tutti si comportino, o si siano comportati allo stesso modo?

Giusto o sbagliato, in modo delineato sempre, univocamente ?

Definire un giusto e uno sbagliato e sentirti in colpa su parametri definiti in un ambito circoscritto per tempo e spazio ,mi sembrerebbe alquanto pretestuoso.

Chi può dirlo?

Esci dallo schema della tua famiglia, della tua cerchia di conoscenti o amici , del tuo paese, della città, del tuo stato, del tuo continente, del tuo mondo, del tuo tempo…

Sii originale, semplicemente perché lo sei….

E vivi senza dogmi ma rivalutando sempre l’esito e le sensazioni del tuo agire.

Responsabilità o senso del dovere?

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Sono responsabile, il senso del dovere mi impone di fare certe cose , se non le faccio mi sento in colpa.

A volte queste definizioni vanno a braccetto.

Ma analizziamole ….

Responsabilità = Abilità a rispodere = respons –ability

Dovere= dal latino debere, possedere qualcosa avendolo avuto da altri, quindi dovere essere obbligato alla restituzione.

C’è differenza tra:

Cercare di essere più abili possibili a seconda delle circostanze nel rispondere agli avvenimenti quotidiani della vita

Ed invece sentirsi obbligati a restituire qualcosa , che potrebbe essere un compito o un aspettativa o un termine.

La linea di demarcazione tra consapevolezza /soddisfazione, nel aver messo il massimo impegno nell’ affrontare una cosa e invece frustrazione nel non essere riuscito a “riconsegnare” il dovuto ,con relativo enorme senso di colpa, è spesso molto sottile.

Se stai bene tu, stanno bene tutti.

”Egoismo allargato”

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Sento dire, in risposta a chi si sente spesso in colpa, che bisognerebbe essere un po’ più egoisti e pensare di più a se stessi e non essere e agire sempre sotto i dettami di: circostanze ,bisogni e voleri altrui.

Poi inevitabilmente non ci si riesce proprio e non ci riusciamo a “sbattercene” di quello che più o meno esplicitamente ci chiedono figli, marito, moglie, colleghi, amici o il cane o il gatto!

Le energie a loro dedicate, se ci prosciugano, alla lunga ci deprimono, altresì, se diamo retta alla voce che diceva di pensare di più a noi stessi, e pensiamo a provarci, non ci sentiamo bene comunque e nascono i sensi di colpa.

Non c’è verso insomma di stare bene,

la scissione e la stonatura tra quello che stiamo facendo e ciò che ci dovrebbe far stare bene è evidente.

Quindi?

Te lo dico io come fare.

Ciò che ti dicono gli altri o senti in giro è vero, devi essere più egoista!

Ma attento: egoista non vuol dire farti “mazzi” tuoi!

Ego, dal latino IO, IO = individuo

Quindi bisogna essere più individui giusto?

Individui, a livello etimologico deriva dalla parola “indivisibile” …

In realtà ti viene chiesto allora di essere di più “tutt’uno con te stesso”, per farlo non devi fare le cose perché si devono fare, ma perché senti di farle.

Ogni volta chiediti se fai o non fai una cosa, per abitudine, o perché ti hanno detto che si fa così o ancor peggio “per paura di….”.

Se la risposta è sì, sei già fregato.

L’altruismo, la generosità, la comprensione,sono atteggiamenti che ti fanno stare bene a livello emozionale?

Come potrebbe mai essere allora, che la rinuncia a queste cose, possa eliminare il senso di colpa?

Essere egoisti ed affermare la propria individualità è un diritto, meglio ancora se venisse interpretato come un lusso da conquistare.

Man mano che ti avvicinerai “all’ egoismo allargato”, conquisterai un potere che ti permetterà di liberarti sempre più dal senso di colpa pur pensando a te stesso.

Quanto più avrai la capacità di allargare i tuoi confini in maniera così estesa da comprendere il prossimo, tanto più potrai permetterti di essere egoista.

Puoi permetterti tranquillamente di essere egoista se il tuo prossimo diventa parte integrante del tuo interesse principale.

Allora il tuo agire sarà privo di sensi di colpa, perché saprai che nel tuo agire “l’ altro c’era “, ne hai tenuto conto.

Capiterà magari, che ne hai tenuto conto in modo errato, hai fatto degli errori, ma ne hai tenuto conto e questo ti libererà da eventuali sensi di colpa.

Ma ricorda la cosa più importante:

L’altro è importante almeno quanto te,

Annullarti, per qualcuno o qualcosa non è il compito CHE NESSUNO ti ha richiesto: non lo vogliono i tuoi genitori, non lo vogliono i tuoi figli, nemmeno qualche divinità superiore.

E se te lo fanno invece intendere o ci provano, meglio andare a rivedere il rapporto.

Perdono

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Per-dono

Dono = ciò che si da altrui volontariamente senza esigerne prezzo o ricompensa.

Quindi per-donati (concediti serenità incondizionatamente al di là di ciò che hai fatto) se..

Non ti sei piaciuto..

Hai momentaneamente fallito..

Hai fatto soffrire..

Non sei stato abbastanza…

PER – DONATI

Perché alla fine sei SOLO un essere umano.

E se hai fatto il possibile e non è bastato è solo perché ,è il percorso che dovevi fare.

Teoria della stella VY, punto del quale devi tener conto solo se…

su gli altri 6 punti,

Ci hai sbattuto tanto la testa e ti sei applicato parecchio.

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Guarda ciò che hai fatto e che ti fa sentire in colpa, alzati e guarda la situazione da un punto altissimo.

Inizierai inevitabilmente a ipotizzare che tanti sono nella tua condizione, nella tua città, stato, continente, pianeta…

Se non ti bastasse per renderti conto dell’ entità del problema che ti angoscia, allarga la visione.

Percepisci quante energie sono coinvolte contemporaneamente in questo universo e da te incontrollabili, per natura in evoluzione.

Cai sulla luna.

Vai oltre.

Guarda pianeti.

Guarda che parte stai occupando in questo cosmo.

Sei già arrivato al sole, ti sembrerà di valere nel bene e nel male, come un petto al vento.

Dai un occhio alla stella VY per ridimensionare la considerazione degli effetti e della gravità del tuo agire.

Questo non è per deresponsabilizzarti o non indurti a impegnarti al massimo, ma per farti rendere conto che..

Tutto comunque si sistema e a prescindere da te andrà avanti.

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